La recensione di Isola di neve, Valentina D’Urbano
Novembre è una piccola isola che si raggiunge dalla terraferma solo con l’aliscafo, abitata da pochi anziani risulta ormai semi deserta, completamente abbandonata invece è l’isoletta di Santa Brigida dove fino agli anni cinquanta sorgeva un carcere.
Manuel carico di rimorsi sbarca a Novembre dove han sempre abitato i suoi nonni Livia e Libero, lì conosce Edith una ragazza tedesca che suona il violino e segue le tracce di un musicista che era stato incarcerato a Santa Brigida poco prima che chiudesse.
Era quello che lo tormentava. Una personalità stramba ma ordinata, trasparente come certe melodie che sullo spartito hanno un ordine preciso, un’armonia strutturata e che invece alla fine si rivelano complicate da domare, non obbediscono, si impennano sulle corde, fanno tremare l’archetto e fanno come vogliono loro.
Negli anni cinquanta Neve è una ragazza ribelle, ultima di sette sorelle è costretta ad accompagnare il padre a pesca ogni mattina, o addirittura quando lui è troppo ubriaco ad uscire da sola con la barca, Neve non sa stare zitta di fronte alla dura realtà che vive, e a causa di questo suo atteggiamento anticonformista le prende dal padre più spesso delle sorelle.
Edith e Manuel seguono le tracce di Andreas Von Berger, cercando di ritrovare il suo prezioso violino e gli spartiti dell’ultima sinfonia composta in carcere dal musicista, inoltre la sorella del violinista ha raccontato alla ragazza che il fratello si era innamorato sull’isola di una ragazza di nome Tempesta.
Neve durante un uscita in barca con la sorella vede sbarcare il nuovo detenuto di Santa Brigida, incuriosita si reca sulla spiaggetta nascosta dove si affaccia la cella dell’uomo e si conoscono.
Tutte le volte che fantasticava di trovarsi in un altro posto, sapeva di avere i piedi ben piantati a Novembre. Ma con quella musica le sembrava possibile andare via da lì e non tornare mai più.
Libero lavora al carcere come carabiniere, l’ha vista nascere e le ha fatto da padrino, la scopre e avvisa la madre, ma nonostante le botte del padre Neve continua a recarsi ogni notte da lui, aiutata anche dalla fidanzata di Libero, Livia, anche lei anticonformista e con tanta voglia di allontanarsi dal ristretto mondo di Novembre.
Attraverso gli occhi di Andreas Neve conoscerà il mondo fuori dall’isola e scoprirà che c’è speranza anche per lei.
La mia opinione su Isola di neve, Valentina D’Urbano
Un romanzo in bilico tra passato e presente, sullo sfondo il mare selvaggio dell’isola e la musica del violino che accomuna i personaggi del passato e quelli del presente.
Un po’ giallo e un po rosa molto intrigante e coinvolgente.
Isola di neve
Valentina D’Urbano
Longanesi, 2018, p. 500, €. 19,90