L’esercizio del distacco, Mary B. Tolusso

Tutti hanno vissuto ore fatte di una felicità assoluta, alla quale non si dovrebbe sopravvivere.

La recensione di L’esercizio del distacco, Mary B. Tolusso

Inizia così il romanzo , nel quale la protagonista ripercorre i momenti della sua adolescenza passata in un collegio di lusso situato in una zona di confine.
Nella scuola i ragazzi vengono educati all’ordine e al controllo, delle passioni e di se stessi, in una bolla fuori dal mondo reale.

Le lezioni di Morale ci preparavano a sopravvivere e gli insegnanti ci spiegavano come: non affezionarsi ai rischi, raffreddare gli istinti, addomesticare i desideri fin dalla giovinezza. “La bellezza sta nella disciplina e noi ambiamo alla bellezza” ripeteva sempre la signorina Stein. “Chiedetevi quanto sacrificio e quanta dedizione c’è in una grande opera d’arte”.

La protagonista stringe un forte legame con David e Emma, una sorta di triangolo amoroso fatto di discussioni e lunghe passeggiate, le uniche attività che nel collegio son permesse ai ragazzi, ma la ragazza nonostante sembri la meno trasgressiva del trio si concede lunghe fughe notturne oltre confine dove conosce Nicolas un giovane anarchico figlio del proprietario di un night club.
Il contrasto tra le  fughe notturne e la rigidità delle giornate in collegio fatte di sport, vita sana e distacco vivrà nei ricordi della protagonista insieme a una fotografia che ritrae i tre amici, unica testimonianza tangibile di quegli anni rarefatti.

Un romanzo che all’inizio pare non trasmette nulla, una sensazione di distacco appunto, poi pian piano che ci si abitua al filo dei pensieri della protagonista e si entra nel suo mondo di ricordi e di contraddizioni.

L’esercizio del distacco
Mary B. Tolusso
Bollati Boringhieri, 2018, p. 174, €. 14,00

Elisa
over quaranta, mamma, geometra e creativa con una fresca passione per il web e una vecchia passione per i libri in tutte le forme sia cartacea che digitale

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