
“Che importa chi amiamo? Io ho amato, e questo deve bastare. Voi amate, e questo ci rende uguali. Uniti nell’amore. Abbiamo baciato, accarezzato, abbracciato, consolato, atteso con folle felicitÀ un suo sì.
Perché l’amore condiviso è la forza che ci rende migliori. Anche quando è sfiorito, anche quando ci ha lasciato, anche quando è un ricordo che brucia con la sua assenza. Noi viviamo d’amore.”
La mia recensione di Sei la mia vita, Ferzan Ozpetek
Non ho mai visto un film di Ozpetek, né letto un suo libro prima di questo, lo ammetto. Sempre per quella cosa che ho, quell’allergia al troppo sentito dire, al troppo pubblicizzato.
Spesso questa mia tecnica inconscia ha motivo di essere, a volte no. In questo caso, se non avessi deciso di leggere questa pura e preziosa dichiarazione d’amore, avrei perso un’occasione.
Un’occasione per conoscere tutto l’Amore che c’è in giro per il mondo. Un’occasione per capire, una volta di più, che non conta chi ama chi, ma conta il fatto che esista un Amore pronto a combattere contro tutto e tutti per il solo obiettivo di essere libero di darsi a chi vuole.
La mia opinione su Sei la mia vita, Ferzan Ozpetek
Sei la mia vita è la vera storia di Ferzan Ozpetek, dell’uomo. La racconta al suo compagno durante un viaggio in auto che stanno facendo insieme verso una destinazione che conosceremo e capiremo bene solo alla fine del viaggio. Una storia che a tratti strugge, e sa anche essere melensa, ma basta ricordarsi chi sta parlando a chi, cosa gli sta raccontando, quanto si sta mettendo a nudo di fronte al mondo intero, per capire di cosa è capace l’Amore quando è vero.
Ti tenevo tra le braccia con tutta la forza e tenerezza di cui sono capace, e tu ti eri abbandonato a me completamente.
I nostri corpi si sono parlati e si sono detti tutto ciò che c’era da dire. Perché l’amore non ha bisogno di nient’altro per vivere, nient’altro che di una reciproca, assoluta fiducia. È stato in quel momento che ha iniziato a prendere forma questa mia folle idea di abbandonare ogni cosa e andarcene via (…).
E ora sto raccontando tutto questo a te, ma anche a me stesso, perché poi anch’io voglio dimenticare.
Quando arriveremo nella dimora di pietra che ci sarà di rifugio, mi butterò il passato alle spalle. E allora saremo uguali. Senza memoria, solo un presente da assaporare istante per istante, isolati dal mondo lontani nel tempo e nello spazio da tutto ciò che abbiamo condiviso finora. Da quella che è stata la nostra vita. Perché così ho deciso. Cancellare il passato, abbandonarsi al nulla e riscoprire l’universo in ogni piccolo gesto.
Sei la mia vita però è anche il ritratto di una parte di storia italiana, della Roma anni Settanta soprattutto, di quartieri poco noti ma pieni di “una varia, eccentrica, stupenda umanità” e di “un mare di storie che chiedevano solo di essere raccontate”.
Raccontare una vita intera mentre si fa un viaggio: un’immagine intensa, che mi ha colpito e lasciato incantata, ad ascoltare. Come essere in auto con loro, seduti dietro, seguendo il paesaggio e la musica della voce narrante e guardando nello stesso tempo una vecchia pellicola.
Non in digitale però, attenzione, perché
(…) la memoria non è in digitale, gira come una vecchia pellicola, si consuma. E le immagini troppo amate si bruciano.
Lungo il percorso si incontrano personaggi noti, idee, spunti e riferimenti ai film più famosi, si viaggia da Istanbul a Parigi passando per l’estate romana su spiagge meno note, “un posto magico, dove eravamo tutti uguali”, si conoscono i motivi e gli spunti che hanno fatto diventare Ozpetek dal giovane studente di cinema che era al personaggio maturo, vero e reale, che è oggi.
Ma, come già detto, il regista che davvero sovrintende l’intero incredibile film che è la vita di Ozpetek, è l’Amore.
In tante, diverse forme.
Dall’amore per gli amici, la sua famiglia di adozione che si è rivelata il palazzo romano su Via Ostiense che ha da sempre abitato e dove si riuniva ogni domenica a pranzo l’intera compagnia, all’amore per alcune donne, a quello per il proprio lavoro, fatto e vissuto con onestà e impegno, all’amore per una madre che ti accetta per come sei e non per come ti vorrebbero gli altri, per finire con l’amore della sua vita, colui che diventa la vita stessa, quello per cui Ferzan è capace di abbandonare tutto:
La mia vita è la tua e ora te la racconterò, perché domani sarà la nostra. Sono un sopravvissuto a un disastro: il disastro che sarebbe potuta diventare la mia vita se non ti avessi incontrato.
Sì, le riconosco anch’io le frasi al limite dello sdolcinato, quelle che ti pare di sentir la carie lavorare forte sui denti. Sono una lettrice che non ama il romanticismo, ma stavolta quel sentimento lo vedo vero e puro. E non mi sento proprio di negarlo.
“Io so già cosa vedrei. Vedrei tutti i colori dell’arcobaleno, perché tu sei il rosso dell’amore possibile e il viola di quello perduto, il verde dell’amicizia che non morirà mai e il giallo della felicità assoluta”
Amate, leggete, e auguratevi di trovare, ad un certo punto della vostra vita, un amore così. Lo meritate, lo meritiamo tutti!
Sei la mia vita
Ferzan Ozpetek
Mondadori (collana Le strade blu. Non fiction), 2015, pag.218, € 17,00
ISBN: 978-8804653011