La principessa del grano, Jean Webster

Nel gruppo vicino alla porta un giovane – era Laurence Sybert, il primo segretario dell’Ambasciata americana – si interruppe nel bel mezzo di una frase con l’esclamazione:
“Ah, la Principessa del Grano!”
“State attento, Sybert! Vi sentirà”, lo avvertì il console generale con i capelli grigi, che stava al suo fianco.
Sybert rispose con una risata e una mezza scrollata di spalle; ma il suo tono di voce, per quanto basso, era stato trasportato, e la ragazza fece lampeggiare sul gruppo un paio di vivaci occhi nocciola che recavano una luce in parte interrogativa, in parte perplessa, come se avesse colto le parole ma non il significato.

La recensione di La principessa del grano di Jean Webster

Marcia Copley, americana, è in Italia insieme alla famiglia di suo zio, fratello del padre.
I Copley sono molto ricchi e nell’Italia di fine ottocento, ricca di contrasti sociali e con un’economia poco florida, non sono sempre ben visti.
Infatti mentre la famiglia Copley si trasferisce vicino a Palestrina, nella splendida villa Vivalanti, i contadini italiani muoiono letteralmente di fame.
Tutto è dovuto alla mancanza di grano e all’impossibilità di importarlo visto il blocco del commercio dovuto proprio al padre di Marcia.
La ragazza ovviamente è all’oscuro di tutto e non sa che il padre sta tenendo il grano nei magazzini per farne aumentare il prezzo e guadagnare di più.
Come non sa che la povertà non è pittoresca, che agli italiani non basta essere felici e cantare, che l’aria buona e il sole non riempiono la pancia.
Ci penserà Sybert, uomo americano ma vissuto in Italia, a spiegarle la situazione e a farla crescere nella consapevolezza di cosa significhi realmente lottare ogni giorno per un tozzo di pane e una scodella di minestra.
Intorno a Marcia l’Italia è attraversata da lotte anarchiche, fermenti sociali, rivolte in un paese da poco unito e che si dibatte tra problematiche antiche e nuove possibilità.

La mia opinione su La principessa del grano di Jean Webster

La Principessa del Grano pubblicato da Flower-ed nella traduzione di Sara Staffolani, fa parte della collana Five Yards.
Questo classico finalmente tradotto in italiano è stato scritto da Jean Webster, famosa per il suo libro Papà Gambalunga.

Il romanzo è sia una storia d’amore, sia uno splendido ritratto dell’Italia di fine ottocento.
Mi ha colpito moltissimo la ricostruzione storica fatta dell’autrice, che viaggiò e soggiornò in Italia, e che riesce a dare un quadro esaustivo di un paese che viveva una situazione sociale critica e difficile.

I due protagonisti, Marcia e Sybert, sono molto diversi.
La ragazza è giovane, ingenua e convinta di essere sempre nel giusto.
Cresciuta senza un vero confronto con il mondo esterno, Marcia sarà chiamata a rivedere le sue convinzioni, ad aprire gli occhi e a prendersi la responsabilità del nome che porta.
Sybert è un uomo adulto che si sente più italiano che non americano e che ama l’Italia come se fosse la sua patria.

La Principessa del Grano è un romanzo che esplora la società e l’animo dei protagonisti.
Una storia intensa che dà un ritratto profondamente vero dell’Italia e dei ricchi americani che vi soggiornavano, spesso interessati più a visitare tutto ciò che era indicato sulle guide che non a comprendere realmente il paese in cui si trovavano.
Buona lettura.

La principessa del grano
Jean Webster
flower_ed, 2020, p. 388, €, 18,00

SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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