
Sparse i tarocchi sul letto. Faceva freddo, ma lei nemmeno se e accorse. Girò la prima carta, e uscì L’Eremita capovolto, eccesso di spiritualità, sogni, distacco dal mondo. “Questo è Giacomo”, mormorò. La carta confermava le sue paure : sposandolo, lei aveva dato inizio a una stirpe di sognatori, di gente malinconica e destinata a soffrire, proprio com’era toccato al marito.
Girò la seconda carta e uscì La Luna: lontananza da ogni logica, l’universo nebuloso dei sogni, il mistero e la follia. Ecco un’altra conferma! Dunque suo figlio e i suoi discendenti sarebbero stati dei visionari tali e quali giacomo: gente propensa a nutrirsi d’illusioni e quindi infelice. Ma perchè il simbolo del mistero e della follia? Bisognava scegliere i tarocchi del responso finale.
La recensione di La casa sull’argine, Daniela Raimondi
La famiglia Casadio risiede nel borgo di Stellata, in provincia di Ferrara, questo romanzo ne narra le vicende dal 1800 al 2013.
Da quando Giacomo biondo, timido e sognatore sposa la zingara Viollca bruna, magnetica e sensitiva, la famiglia si dividerà in due ceppi con le loro caratteristiche.
Viollca legge il futuro nella carte in una notte di tempesta, e da quella notte ogni membro della famiglia sarà combattuto tra la voglia di inseguire i propri sogni e la paura che la profezia della zingara si avveri.
La mia opinione su La casa sull’argine, Daniela Raimondi
La casa sull’argine di Daniela Raimondi mi è piaciuto molto, perché mischia la Storia italiana con le piccole storie di contadini che mi ricordano la vita dei miei nonni e racconta un parte di storia recente che spesso non si studia sui libri dal punto di vista delle persone comuni, di una famiglia ordinaria e straordinaria al tempo stesso.
Un libro che consiglio a chi ama le saghe famigliari e vuole ripercorrere la storia che potrebbe essere quella dei nostri nonni.
La casa sull’argine
Daniela Raimondi
Nord, 2020, p. 400, €. 18,00