Mia mamma cammina in mezzo alla via senza guardare mai a terra. Io trascino i piedi e sommo i punti delle scarpe per far passare la paura. Conto sulle dita fino a dieci e poi ricomincio daccapo. Quando farò dieci volte dieci, succederà una cosa bella, così è il gioco. La cosa bella fino a mo non mi è mai capitata, forse perché ho contato male i punti.
La recensione di Il treno dei bambini di Viola Ardone
Amerigo ha sette anni. Vive in un basso a Napoli con sua madre Antonietta. Non ha niente Amerigo, una scatola di latta è il suo tesoro più prezioso. Contiene tutti i giochi raccattati per strada: una piuma, un tozzo di pane, cose senza nessun valore ma quando non si ha niente tutto diventa importante.
Siamo nel secondo dopoguerra e a Napoli e nel Sud molte famiglie non ce la fanno. Il padre, Amerigo non l’ha mai conosciuto, sta in America ma di tornare non se ne parla.
Antonietta decide di far partecipare il figlio a un’iniziativa promossa dal Partito comunista, i treni della felicità. I bambini verranno portati in Emilia Romagna e saranno ospitati per qualche mese. Al Nord si sta bene, c’è da mangiare. In estate poi torneranno giù a Napoli. Per Amerigo è l’inizio di qualcosa che cambierà per sempre la sua vita.
La mia opinione su Il treno dei bambini di Viola Ardone
Viola Ardone scrive un romanzo intenso ed emozionante che si divora in poche ore e che ritrae un momento storico importante che per Amerigo si rivelerà fondamentale.
Cosa prova un bambino a vivere una vita diversa da quella che ha sempre conosciuto? Se lo chiede Amerigo e anche il lettore quando si trova a vedere il Nord con gli occhi di un bambino che non ha niente, nemmeno l’affetto. Perché Amerigo non si sente amato da quella madre così parca di parole, che non sorride mai. Non comprende quanto debba esserle costato mandarlo così lontano. Amerigo vuole calore, abbracci. Vuole avere sogni. E i sogni per lui si concretizzano al Nord, in quella famiglia gentile.
Il treno dei bambini racconta un esperimento sociale ma racconta anche la cesura all’interno del rapporto madre – figlio. Amerigo e Antonietta vedranno il loro mondo mutare. Amerigo impiegherà cinquant’anni per comprendere il cuore di sua madre e decidere di non voltare più le spalle al suo passato.
Viola Ardone scrive mescolando italiano e dialetto, rendendo vividissima Napoli e i suoi abitanti, ricostruendo l’incontro tra quei bambini di strada e il benessere del Nord.
Fu una bella iniziativa quella dei treni della felicità? Sicuramente sì. Fu un grande esempio di solidarietà e diede l’opportunità di immaginare una vita diversa a chi non aveva mai neppure osato sognare.
Buona lettura.
Il treno dei bambini
Viola Ardone
Einaudi, 2019, p. 200, €. 17,50
Un altro punto di vista, analitico, sul “metodo” con cui è stato scritto “Il treno dei bambini”: https://giorinaldi.files.wordpress.com/2022/01/il-treno-dei-bambini-dossier-rinaldi.pdf