Il giovane Mungo, Douglas Stuart

Con quei pantaloncini bracaloni e la giacca a vento troppo grande, sembrava un orfanello vestito con indumenti usati. Ma quando si scansò dal viso la nuvola di riccioli, sua madre vide la mascella che si irrigidiva e le tornò alla memoria l’uomo determinato che Mungo stava diventando. Picchiettò di nuovo sul vetro. Non guardarmi arrabbiato.

La recensione de Il giovane Mungo, Douglas Stuart

Mungo ha il nome di un santo, non ha un padre e la sua famiglia è piuttosto devastata: la madre è alcolizzata, il fratello maggiore ha preso una cattiva strada. Ma sua sorella, Jodie, è un vero e proprio angelo: lo accudisce, lo consiglia, si prende cura di lui.
Poi un giorno Mungo conosce James.
Nati sotto stelle diverse, Mungo e James vivono in un mondo iper-mascolinizzato, nella Glasgow dei primi anni Novanta, dove i giovani della classe operaia combattono battaglie territoriali per difendere la propria reputazione.
Per essere considerati veri uomini, i due ragazzi dovrebbero essere nemici giurati, eppure diventano migliori amici e si innamorano, aggrappandosi l’uno all’altro, scoprendo la tenerezza e sognando di fuggire da quella città grigia e inospitale.

Mungo scrutò la strada deserta, incerto se fidarsi dell’uomo. Lo studiò, ne soppesò gli occhi celesti e la pappagorgia rispetto all’impazienza con cui tamburellava sul volante.

Il mio parere su Il giovane Mungo, Douglas Stuart

Ho dovuto leggere Mungo di Douglas Stuart un po’ di corsa per poter scrivere questa recensione nella maniera più cosciente possibile.

Mungo mi ha catturato per la sua ingenuità, mi ha fatto tenerezza per i suoi modi e per la sua vita, per niente felice. Per la gentilezza e il cuore tenero, che in una condizione come la sua avrebbe dovuto indurirsi e diventare di pietra, per sopportare tutto quello che gli accade. E invece lui persiste e dimostra una incredibile capacità di avvicinarsi in maniera semplice ad un mondo così diverso da quello in cui è stato cresciuto, retrogrado, conservatore, zeppo di stereotipi.

Mungo affronta un viaggio crudele alla scoperta del mondo e di se stesso, nonché della sua sessualità queer, con una capacità fondamentale: la resilienza.
So già che la prima cosa che farò, appena terminato di scrivere queste parole, sarà ricominciare a leggerlo dal principio. Perché mi sembra di essermi persa qualcosa per strada, un po’ come alcuni protagonisti della storia.

La scrittura di Douglas Stuart è leggera e scorrevole, racconta situazioni difficili ma sa come farlo senza appesantire il testo, lasciando sempre uno spiraglio in cui lo sguardo si può distrarre dal baratro su cui è appena posato.

Il giovane Mungo
Douglas Stuart
Mondadori, 2022, p. 456, €. 22,00

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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