
Si tira dietro la porta dell’appartamento, quella porta che ha chiuso centinaia di volte, ma oggi sa che è l’ultima. Ci tiene a girare personalmente la chiave nella serratura. Sa che non tornerà più.
La recensione di Le gratitudini di Delphine De Vigan
Michka è un’anziana signora e soffre di afasia. Dimentica le parole, inverte le lettere, le trasforma. Perde tutto Michka.
Poiché non è più possibile lasciarla vivere da sola nel suo appartamento viene trasferita in una RSA.
Si occupa di tutto Marie che conosce la donna da sempre, da quando da bambina con una famiglia disagiata e problematica alle spalle chiedeva a Michka di poter stare da lei giorni interi.
Michka sa che la sua situazione può soltanto peggiorare, sa che gli esercizi che fa con l’ortofonista Jérôme rallentano ma non arrestano la sua malattia ma prima di perdere completamente le parole vuole poter ringraziare le due persone per lei più importanti che le salvarono la vita molti anni prima.
La mia opinione su Le gratitudini di Delphine De Vigan
Le gratitudini è un romanzo breve, una storia piccola ma dal significato immenso.
Delphine De Vigan ci racconta la vecchiaia, la malattia, la perdita delle parole e lo sconcerto provato da Michka nel non trovare modo di esprimere ciò che pensa. Eppure in una storia che poteva diventare drammatica l’autrice semina la luce della speranza, della vita che continua, della gioia di poter dire per l’ultima volta grazie.
Un piccolo tesoro questo libro, una storia semplice, malinconica a volte, intrisa di dolcezza, emozionante, e che ci mostra l’importanza di essere riconoscenti.
In un mondo che va sempre più di fretta e dove sembra non ci sia mai tempo per fermarsi, questa storia ci dice di rallentare e ci ricorda che una semplice parola, un semplice grazie, può cambiare la vita.
Buona lettura.
Le gratitudini
Delphine De Vigan
Einaudi, 2020, p. 160, €. 17,50