Ci sono incontri fugaci come la rugiada che evapora ai primi raggi di sole, ma che lasciano il segno per un’intera esistenza.
La recensione di La danzatrice di Seul, Kyung-Sook Shin
«Una dama di corte non può avere una vita fuori dal palazzo senza il permesso del re.»
Seul, 1890. È solo una bambina orfana, Yi Jin, quando arriva come serva alla corte Joseon, ma c’è qualcosa in lei che smuove il cuore della regina.
Viene accolta alla corte del re e le viene insegnata l’arte più amata a corte, la danza.
Ma quando un diplomatico francese visita la corte, che si sta aprendo all’Occidente, viene rapito dal suo sguardo e dalla sua dolcezza e chiede al re di poterla portare in Francia e di sposarla; le danzatrici appartengono alla corte, secondo la tradizione coreana: cosa accadrà?
«Un nome suscita sensazioni diverse, a seconda del modo di vivere di chi lo porta. Vivi nella bellezza, affinché il tuo nome infonda grazia in coloro che lo pronunciano.»
La mia opinione su La danzatrice di Seul, Kyung-Sook Shin
Scorre via veloce la storia di Yi Jin, La danzatrice di Seul di Kyung-Sook Shin.
Si accarezza l’armonia, la delicatezza delle usanze orientali, si sentono forti anche le briglie dell’etichetta, il peso della tradizione, gli usi ed i costumi di un popolo così lontano dalla nostra cultura.
Allo stesso tempo Yi Jin è delicata come una campanula e “forte” come un uomo: è intelligente, curiosa, assetata di sapere, ha un grande intuito, è capace di cavarsela in molte diverse occasioni. Le sue qualità sono notate dalla regina madre, che l’accoglie ancora piccola, poi dalla corte intera, e le sue doti nella danza superano quelle di chiunque altra.
Victor Collin de Plancy, diplomatico francese alla corte coreana, non può non innamorarsi di una tale gemma preziosa.
C’è qualcosa che sfugge, in questa lettura. Forse è proprio lo stile, a volte imbrigliato anche nella forma, che rende perfettamente la sensazione di una vita molto molto legata alle regole di una corte antica, forse sono le parole, a volte così “alte” da parere stonate. Basta un attimo però per immergersi nella storia, ispirata ad una storia vera, come racconta l’autrice, di cui non si hanno veri riscontri ma solo qualche frase, in una pagina di un libro sulla dinastia Joseon, distrutta dal colonialismo del Giappone.
Concedete a Jin una possibilità, datemi retta: la danzatrice di Seul riuscirà a conquistarvi.
L’autrice
Kyung-Sook Shin, unica coreana vincitrice del Man Asian Literary Prize, tradotta in 46 Paesi, è una delle più importanti autrici in Corea oggi, e una voce internazionale che molti ricordano per il bestseller Prenditi cura di lei. Questo nuovo romanzo, attesissimo, illumina la vita straordinaria di Yi Jin, danzatrice alla corte di Seul all’inizio del XX secolo, ed è stato accolto con stupore e ammirazione dalla critica di tutto il mondo.
La danzatrice di Seul
Kyung-Sook Shin
Piemme, 2019, p. 422, €. 19,00