Doraharu vendeva dorayaki.
Sentaro passava tutto il giorno alla piastra di cottura.
La bottega era al fondo di un vicolo dietro la ferrovia, in una via commerciale chiamata Sakuradori, via dei Ciliegi. Più che i ciliegi piantati qua e là, ciò che saltava maggiormente all’occhio nella via erano le numerose saracinesche abbassate. Ma l’andirivieni pareva aumentare lievemente in quella stagione, forse perchè gli alberi in fiore bastavano a richiamare i passanti.
La recensione di Le ricette della signora Tokue di Durian Sukegawa
Santaro è un uomo di mezza età, che lavora da Dorahaku, una piccola bottega di dolciumi nella periferia di Tokio.
Non è quello che voleva fare nella vita. Santaro sarebbe voluto diventare un pasticcere, ma a causa di un debito contratto anni prima con il proprietario della bottega, Santaro è stato costretto a lavorare lì.
Questo lo ha reso ombroso e solitario.
Sentaro quindi è costretto a confezionare dorayaki, i dolci tipici giapponesi a base di pandispagna e an, una confettura di fagioli azuki. La sua clientela è modesta ma fedele. Da lui arrivano principalmente studenti chiassosi che si ritrovano dopo scuola.
Un giorno davanti alla bottega compare Tokue, un’anziana signora che si offre come aiuto pasticcera a fronte di una paga ridicola. Riluttante, Sentaro decide di assumerla dopo aver assaggiato la sua salsa di an.
Ed è così che nel giro di poco tempo le vendite raddoppiano.
Ma qual’è il segreto di Tokue? Giorno dopo giorno l’anziana insegna a Sentaro tutti i segreti che sa.
Si tratta di osservare bene l’aspetto degli azuki. Di aprirsi a ciò che hanno da dirci. Significa, per esempio, immaginare i giorni di pioggia e i giorni di sole che hanno vissuto. Ascoltare la storia del loro viaggio, dei venti che li hanno portati fino a noi.
Un segreto che però non doveva essere scoperto viene alla luce e Tokue non è più vista allo stesso modo. La clientela si dirada e la donna è di nuovo costretta a sopportare pregiudizio e ostracismo sociale.
La mia opinione di Le ricette della signora Tokue di Durian Sukegawa
Le ricette della signora Tokue di Durian Sukegawa è un romanzo commuovente, che cattura dalla prima all’ultima pagina.
Inizia in maniera leggera ma poi diventa più denso ed emozionante pagina dopo pagina.
Non ci si immagina infatti dal titolo dove andrà a parare il libro, i temi che toccherà (di cui non anticipo nulla per non rovinare la lettura), eppure Durian Sukegawa (nome d’arte di Tetsuya Sukekawa) lo fa in maniera delicata e toccante.
Un libro in perfetto stile coreano, in cui sentiamo la delicatezza dei petali di ciliegio, percepiamo gli odori dei dolci, ma anche le sofferenze dell’animo dei protagonisti.
Il film Le ricette della signora Tokue
Dal libro è stato tratto il film omonimo diretto da Naomi Kawase con Kirin Kiki, Masatoshi Nagase, Kyara Uchida e presentato al Festival di Cannes nel 2015.
L’autore: Durian Sukegawa
Durian Sukegawa, nome d’arte di Tetsuya Sukekawa, è nato a Tokyo nel 1962. Poeta, scrittore e clown, ha una laurea in Filosofia Orientale e una in Pasticceria, conseguita all’Università della Pasticceria del Giappone. Per Einaudi ha pubblicato Le ricette della signora Tokue (2018), il suo primo libro tradotto in italiano, da cui è stato tratto il film Le ricette della signora Toku, diretto da Naomi Kawase e presentato al Festival di Cannes nel 2015.
Le ricette della signora Tokue
Durian Sukegawa
Einaudi, 2019, 192 pag., € 12.00