
Volevo solo cantare
e ora mi sembrava di riuscire a malapena a parlare.
La mia voce
troppo a lungo
inascoltata
e i miei gesti
mai abbastanza
convincenti
per farsi accogliere.
Io volevo solo cantare ed esplorare il mondo.
Andare
Non importava il dove
In ogni luogo ci sarebbe stata meraviglia
La diseducazione della principessa di Nanadié (pubblicato dal collettivo Lulù che fa storie) è una raccolta di favole in versi che reinterpretano le storie tradizionali dei Fratelli Grimm e di Andersen, donando loro una potente prospettiva femminista.
La recensione di La diseducazione della principessa, Nanadié
Possiamo dimenticare le principesse passive, quelle addormentate in attesa del principe azzurro. Le principesse di Nanadié sono donne complesse, tormentate e, soprattutto, determinate a prendere in mano il proprio destino. “Dalla Sirenetta che trova la sua voce interiore a Biancaneve che si rifiuta di essere definita solo dalla sua bellezza, ogni racconto è un viaggio emozionante verso l’autodeterminazione femminile.”
Io ero nata da un sogno
Ma se si concede agli altri il potere
di decidere il corso della propria vita
o gli si permette di costringerti su direzioni forzate e scomode
il sogno diventa incubo
e il fiato si fa affanno.
La mia opinione su La diseducazione della principessa, Nanadié
Le fiabe in versi di Nanadié non sono certo “da bambini”. O meglio, possono diventarlo. se lette insieme a un adulto che sappia dare significato e spiegazioni adatte.
Nanadié racconta di donne, principesse, che cercano il riscatto, senza pensare al lieto fine ma solo alla propria determinazione nel ritrovare voce e forza per riscrivere la propria storia:
Io sono l’eroina della mia storia.
Io sono la mia salvezza.
Io sono la mia liberà.
Sono mia.
La diseducazione della principessa
Nanadié
Lulù che fa storie, 2024, p. 73, €. 10,40