La concessione del telefono, Andrea Camilleri

“Nell’estate del 1995 trovai, tra vecchie carte di casa, un decreto ministeriale (che riproduco nel romanzo) per la concessione di una linea telefonica privata. Il documento presupponeva una così fitta rete di più o meno deliranti adempimenti burocratico-amministrativi da farmi venir subito voglia di scriverci sopra una storia di fantasia (l’ho terminata nel marzo del 1997). La concessione risale al 1892… Nei limiti del possibile, essendo questa storia esattamente datata, ho fedelmente citato ministri, alti funzionari dello stato e rivoluzionari col loro vero nome (e anche gli avvenimenti di cui furono protagonisti sono autentici). Tutti gli altri nomi e gli altri fatti sono invece inventati di sana pianta.”

Questo dice l’autore nella premessa, e lo svolgimento della storia è davvero un ottima incastro di fatti reali e di dialoghi (inventati) tra i personaggi della storia, senza copione. La richiesta di un collegamento telefonico tra il protagonista Pippo Genuardi e suo suocero (per motivi poco onesti…) fa da causa scatenante ad una serie di eventi comici e drammatici in cui vengono coinvolti diversi personaggi: il capo mafioso Don Lollò, il prefetto, la compagnia dei carabinieri di Vigata, infine il questore e la polizia. Il tutto è poi magistralmente fatto confluire nell’epilogo finale, dove l’intreccio si risolve non senza ulteriori sviluppi.

Un romanzo storico scritto in modo decisamente originale, che ho riletto tantissime volte, un’alternativa validissima alle storie del Commissario Montalbano che ci hanno fatto amare questo straordinario autore.

La concessione del telefono
Andrea Camilleri
Sellerio Editore Palermo, 1998, 284p., € 10,00

Lucia Busca
Sono quella che legge due libri contemporaneamente, quella che ha l'e-reader, io piango quando la scrittura è bella, divento il protagonista del libro. Curiosa, tento di infilarmi in tutti i generi, scegliendo tra i grandi classici e osando nuovi autori. L'unica certezza che ho: non mi basterà questa vita per finire la mia lista dei desideri. "Io penso, disse Anna sfilandosi un guanto, che se ci sono tanti ingegni quante teste, ci sono tanti generi d'amore quanti cuori" (Anna Karenina)

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