Un cappello pieno di ciliege, Oriana Fallaci

Ora che il futuro s’era fatto corto e mi sfuggiva di mano con l’inesorabilità della sabbia che cola dentro una clessidra, mi capitava spesso di pensare al passato della mia esistenza: cercare lì le risposte con le quali sarebbe giusto morire. Perché fossi nata, perché fossi vissuta, e chi o che cosa avesse plasmato il mosaico di persone che da un lontano giorno d’estate costituiva il mio Io. Naturalmente sapevo bene che la domanda perché-sono-nato se l’eran già posta miliardi di esseri umani ed invano, che la sua risposta apparteneva all’enigma chiamato Vita, che per fingere di trovarla avrei dovuto ricorrere all’idea di Dio. Espediente mai capito e mai accettato.

“Un capello pieno di ciliege” è la storia della famiglia di Oriana Fallaci, che è riuscita a risalire fino al 1773 ricostruendo la storia delle sue origini e ripercorrendo la storia dell’Italia di quel tempo. In questo libro si trovano tutta la vita, tutta la passione, tutto il coraggio e la forza che hanno regalato a noi un personaggio del calibro di Oriana, amataodiata da tanti, ammirata da quasi tutti per la sua capacità di scrivere, per la potenza e l’espressività della sua penna.

Nel libro troviamo Caterina, donna forte che ha saputo gestire e vivere la sua vita nella maniera migliore possibile per quelle che erano le sue origini. Donna che ha fortemente voluto saper leggere e scrivere, ad ogni costo, quando l’importante per una donna – per di più contadina – non era certo imparare l’abc. Donna che ha preso in mano le redini della famiglia e l’ha portata avanti e fatta crescere, a suon di figli e lavoro, ma che riusciva ad incastrarci il tempo per imparare a far di conto e quello per scrivere con la penna d’oca anche sulle federe del corredo buono, quando la carta era finita e comprarla era impossibile per quanto costava.

Ma troviamo anche Montserrat, donna bellissima e sfortunatissima, figlia illegittima del marchese Gerolamo Grimaldi, che si innamorò del nostromo Francesco Launaro e si sposò con un’acconciatura alla moda di Marie Antoinette, con tanto di modellino di veliero in cartapesta montato in dodici ore tra le ciocche dei suoi capelli. Donna che impazzì di dolore quando i suoi figli morirono durante un naufragio.

Troviamo Giovanni, che si arruolò nell’esercito del Nappa (al secolo Napoleone) per guadagnare i soldi necessari a sposare la donna dei suoi sogni, ma senza prima dirle niente del suo amore. E in quei tremendi sette anni in cui il Centotredicesimo fu mandato spesso allo sbaraglio come carne da macello, lui non seppe come fece a rimaner vivo. E quando tornò lo fece con un bell’anello di brillanti e rubini per fidanzarsi ma…

E poi troviamo Giobatta e Mariarosa.

Tante donne, forti, importanti, imponenti nel loro carattere. Tanti uomini, con vizi e virtù, con colpe e meriti, come tutti quanti.

Un mosaico di persone, come lo definisce Oriana, che ha fatto la storia, o almeno che ha fatto la ‘sua’ storia:

“E forse Marìa Isabel Felipa non s’accorse che la vita è bella anche quando è brutta: una tale ammissione richiede una sorta di gratitudine che lei non aveva. La gratitudine per i nostri genitori e nonni e bisnonni e trisnonni e arcinonni, insomma per chi ci ha dato l’opportunità di vivere questa straordinaria e tremenda avventura che ha nome Esistenza.”

Il semplice ma complesso racconto delle nostre origini. Di chi è stato prima di noi. Di chi ha fornito il dna necessario a comporci, noi con tutti i nostri difetti e tutti i nostri pregi.

Una ricerca delle radici che ognuno di noi dovrebbe fare, ad un certo punto della vita.

Certo che quando lo fa una come Oriana Fallaci, con tutti i suoi vizi e tutte le sue virtù… tanto di cappello. Pieno di ciliege, però! 😉

p.s.: lo so che “ciliege” si dovrebbe scrivere “ciliegie”, ma ho preso per buona e giusta la volontà di adottare la grafia arcaicizzante che la stessa Oriana utilizza volutamente nel manoscritto originale. Vedi anche wikipedia, alla nota (1).

Un cappello pieno di ciliege
Oriana Fallaci
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Anno edizione: 2009
Pagine: 859 p.

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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