Acqua in bocca, Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli

All’ispettore capo
Grazia Negro
Squadra Mobile
Questura di Bologna

Cara Grazia Negro,
ho ricevuto la tua lettera e gli allegati.
Sono molto indeciso se darti una mano o no perchè tu mi sembri una che le rogne va a cercarsele. E la rogna è contagiosa. Non mi riferisco al fatto che tu voglia portare avanti un’indagine che ti è stata espressamente vietata dai tuoi superiori, questo semmai ti renderebbe simpatica ai miei occhi, no, mi riferisco al fatto che tu intendi coinvolgermi in una specie d’indagine privata e non autorizzata facaendomene richiesta su carta intestata della Questura di Bologna e oltretutto indirizzando la lettera al Commissario di Vigata! E infatti la lettera è stata aperta da Catarella che mi ha telefonato a Marinella dicendomi che un negro aveva ammazzato un certo Rossi che di nome faceva Pesciolini…

Smentiamo Catarella dicendo subito che il romanzo parte da una lettera inviata dall’Isp. Grazia Negro a Montalbano con la quale chiede la sua collaborazione nel caso dell’omicidio avvenuto a Bologna di un uomo nato a Vigata. E informandolo che sul luogo del delitto erano stati rinvenuti anche due pesciolini rossi….E che quella citata è una parte della risposta di Montalbano…
E non è che uno dei brillanti dialoghi epistolari tra i due!

La recensione

Ok ok. In molti hanno detto che è stata più che altro una furba trovata commerciale.  Ma, nel complesso Acqua in bocca è un romanzo che ti affascina, ti diverte. Un po’ mi è spiaciuto per la sua brevità…ma non più di tanto.
Dopotutto la premessa era che si trattasse di un’esercitazione creativa a 4 mani.
E, si sa, le esercitazioni sono brevi, rispetto ad un romanzo vero e proprio.
Se poi le 4 mani in questione sono quelle di Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli, allora ci si può aspettare di tutto!

Mi è piaciuto il modo in cui hanno impostato il racconto, attraverso le lettere che si scambiavano Montalbano e la Negro, arricchite da deposizioni, foto, messaggi cifrati (i pizzini di Montalbano! 🙂 )…fino ad un brevissima incursione di un altro noto personaggio di Lucarelli, ovvero quel “casinaro” di Coliandro.
Mi ha divertito scoprire che il libro è stato sviluppato realmente per via epistolare, con uno dei due scrittori che scriveva il suo paragrafo, lo mandava all’altro che, come in una vera e propria partita di scacchi, pensava al paragrafo (o mossa) successivo, lo scriveva e lo mandava all’altro.
Pura improvvisazione letteraria!

Ora spero vivamente che i due decidano di ampliare la collaborazione, positivissima, con un romanzo di quelli “veri”.

ACQUA IN BOCCA
Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli
Minimum Fax, 2010, 108 pag., € 10,00

Silbietta
40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

5 COMMENTS

  1. Per Camilleri la formula epistolare del romanzo/giallo non è una novità, basta leggere opere più riuscita di quest’ultima (un po’ deboluccia come trama!) come LA SCOMPARSA DI PATO’; LA CONCESSIONE DEL TELEFONO o il più recente NIPOTE DEL NEGUS.

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