Maurice, E. M. Forster

La pazzia non è da tutti, ma quella di Maurice risultò il fulmine che scaccia le nuvole. Il temporale non andava covando da tre giorni, come lui si figurava, bensì da sei anni. Aveva fermentato nelle tenebre dell’essere che nessun occhio perfora, l’atmosfera in cui lui era vissuto l’aveva addensato. Era esploso, e lui non era morto. Attorniato dal fulgore del giorno, sostò sulla catena montuosa che adombra la giovinezza, e vide. […] Ogni cosa appariva talmente chiara, adesso. Aveva mentito. Era stato «rimpinzato di bugie,» così si espresse tra sé, ma le bugie erano il cibo naturale della fanciullezza, e lui se n’era pasciuto con ingordigia. La prima risoluzione che prese fu di essere più cauto in avvenire. Avrebbe vissuto lealmente, non perché importasse a nessuno, ormai, ma per stare al gioco. Non avrebbe più – ecco la prova cruciale – finto di interessarsi alle donne quando l’unico sesso che lo attraeva era il suo. Amava gli uomini e sempre li aveva amati. Smaniava dalla voglia di abbracciarli e di fondere il proprio essere nel loro. Ora, nel momento in cui l’uomo che ricambiava il suo amore era perduto, ora lo ammetteva.

L’animo umano, le ipocrisie dell’epoca edoardiana e la scoperta e l’accettazione del vero sé nel classico di oggi.

La recensione di Maurice di E. M. Forster

Due compagni di università, Maurice e Clive, dapprima amici e poi innamorati vivono il loro rapporto in segreto. Impossibile confidarsi con qualcuno, impossibile cercare sostegno nella società, nella famiglia o negli amici.

I due ragazzi col tempo prenderanno strade diverse: Clive si sposerà e condurrà la vita che tutti si aspettano da lui: fidanzamento, matrimonio, politica mentre Maurice non accetterà  di essere imbrigliato dalle aspettative della società. Nessuno, né amici né familiari, osa parlare apertamente dell’omosessualità considerata una devianza, una malattia, qualcosa di aberrante. Lo stesso medico e amico di famiglia, consultato da Maurice, così parla del vizio a cui allude il protagonista

 Riteneva che soltanto gli esseri più depravati potessero dare una capatina in quel di Sodoma e perciò, quando un uomo di buoni antecedenti e fisico sano confessava di avere la tendenza, «corbellerie, corbellerie!» era la risposta che gli veniva spontanea.

 

La mia opinione su Maurice di E. M. Forster

Il libro fu scritto tra il 1913 e il 1914, revisionato nel 1932 e pubblicato solo nel 1971 dopo la morte dello scrittore. Lo stesso Forster era scettico riguardo la sua pubblicazione. Le sue opinioni sul romanzo erano altalenanti e temeva lo scalpore che sarebbe derivato da una sua puibblicazione. Lo fece leggere a una ristretta e scelta cerchia di amici ma non si convinse mai a darlo alle stampe anzi in un ultimo appunto del 1960 scrisse: “Pubblicabile…ma ne vale la pena?” Possiamo dire che ne è valsa la pena.

Il romanzo, considerato da molti il capolavoro di Forster, affronta con estrema delicatezza e poesia un argomento difficile per l’epoca in cui fu scritto. Maurice è il prodotto dell’alta borghesia, un ragazzo calmo, senza pretese, pronto ad occupare nella società il posto che gli spetta. Lotterà contro la sua anima e i suoi desideri fino a prendere coscienza di se stesso e ad accettare di amare gli uomini e non le donne.

Un romanzo intimo, toccante, delicato, ricco di introspezione. Una storia vera perchè lo scoprirsi diversi comporta sempre un percorso di rifiuto e accettazione come quello che compie il protagonista. Attuale perché anche nella nostra società così libera e anticonformista è ancora difficile per molti vivere il rapporto e l’amore per una persona dello stesso sesso alla luce del sole e senza i pregiudizi della società. Un libro che dà molti spunti di riflessione e che è moderno pur essendo stato scritto un secolo fa.

Il trailer del film Maurice

Nel 1987 James Ivory diresse il film omonimo con Hugh Grant nel ruolo di Clive e James Wilby in quello di Maurice.


http://youtu.be/Pe7U3lcuMEk

 

Maurice
E. M. Forster
Garzanti, 1999, p. 325, €. 12,00

Foto : mubi.com

SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

1 COMMENT

  1. Bellissimo!
    L’ho letto tanti anni fa e a ripensarci oggi, “ne è valsa la pena”: perché a volte le realtà che non conosci e che sono ‘difficili’ da comprendere (perché nonostante tutto il conformismo dilaga), mettono paura.
    E invece, leggendo questa storia delicata, ti rendi conto che si tratta solo di Amore. E allora tutto si appiana e diventa semplice.

    Bel modo di affrontare il tema, Siby: ancora una volta, hai fatto centro! 🙂

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