
Ma non ero abbattuta. Avevo cambiato radicalmente vita e, nonostante i rimpianti quotidiani, ne ero fiera. Sentivo di essere finalmente emersa nel mondo con una pelle nuova, vera. Seduta alla cassa, facevo durare un’ora una tazza di caffè o di brodo tenendola in mano finchè potevo ricavarne un po’ di calore. Leggevo, ma senza scopo o concentrazione. Leggevo frasi qua e là da libri che avevo sempre avuto intenzione di leggere. Frasi che mi parevano spesso così soddisfacenti, così inafferrabili e belle, che tendevo a tralasciare le parole circostanti e ad abbandonarmi a uno stato tutto particolare. Ero vigile e sognante, distaccata dalle singole persone ma sempre cosciente della città, che mi sembrava un luogo strano.
dal racconto “La vergine albanese”
Sul libro
Le donne che tessono la trama di questi otto racconti sono spesso osservate nel punto di svolta della loro vita. Avvenimenti dimenticati, sogni ad occhi aperti, incontri fortuiti squarciano all’improvviso l’orizzonte e ci conducono in territori lontani e di frequente ignorati. Il sogno d’amore che Louisa vive in tempo di guerra e viene infranto quando la vita riprende il pacato ritmo quotidiano riaffiorerà con forza in un momento inaspettato. L’intraprendente Gail assume una nuova identità per scoprire cosa le ha sottratto un rapporto che credeva assai radicato. Durante una gita, una delle ragazze di un college femminile scompare misteriosamente. Non verrà più trovata, ma qualcuno sarà in grado di decifrare l’enigma legato alla sua sparizione. Così le emozioni profonde annidate nell’animo dei personaggi cercano la loro strada sotterranea, nella complessità dei rapporti umani, per emergere alla coscienza in improvvisi lampi di luce e diventare segreti svelati.