Senza famiglia, Hector Malot

Io sono un fanciullo senza padre né madre, di quelli che il mondo chiama trovatelli, ma fino a che non raggiunsi l’età di otto anni, credetti di avere una madre perché una donna mi stringeva a sé quando piangevo e, con i suoi baci e le sue carezze, riusciva a placare ogni mio dolore. Quando mi coricavo la sera, stanco di giochi e di corse, ella non mancava mai di venire a deporre un bacio sulla mia fronte e, quando nelle gelide notti di gennaio il vento ululava e il gelo dipingeva fiori di ghiaccio sui vetri delle finestre, ella si alzava e prendeva i miei piedini nelle sue ruvide mani di contadina, cercando di riscaldarmeli, mentre dalle sue labbra usciva un sommesso motivo di ninnananna, di cui ancora risento l’aria e le parole.

La recensione di Senza famiglia di Hector Malot

Senza famiglia è la storia di Remigio, Remì. Abbandonato appena nato, viene allevato dalla famiglia Barberin. Remigio non sa di essere orfano fino al giorno in cui papà Barberin ritorna a casa. L’uomo ha perso il lavoro e non ha nessuna intenzione di continuare a sfamare il bambino così lo vende a Vitali, artista girovago. Remigio al seguito di Vitali inizierà a spostarsi di città in città. Vitali e il bambino non viaggiano da soli ma insieme agli altri membri della compagnia teatrale: Capi, Zerbino e Dolce, tre cagnolini, e Bel Cuore, una simpatica scimmietta. La vita dell’artista girovago è dura per il bambino ma ben presto si affeziona molto a Vitali che diventa quasi un padre per lui. Purtroppo Vitali viene rinchiuso in prigione e Remigio è costretto a barcamenarsi da solo. Il bambino dovrà superare molte difficoltà e momenti tristi negli anni seguenti, primo fra tutti la morte del caro Vitali, ma alla fine ritroverà la sua vera famiglia.

La mia opinione su Senza famiglia di HectorMalot

Senza famiglia è probabilmente il romanzo più conosciuto di Malot. Pubblicato nel 1878, il libro, pensato più per un pubblico adulto in realtà, divenne invece un classico per ragazzi.

La storia, di forte denuncia sociale, mirava a mettere in luce la situazione estrema degli orfani: abbandonati negli orfanotrofi o affidati a qualche famiglia bisognosa in cambio di pochi soldi, i bambini si muovevano ai bordi di una società che non si interessava minimamente a loro. Lo stesso Remigio più volte verrà fermato dai poliziotti ma nessuno si interesserà a lui se non per cacciarlo via.

Senza famiglia è sicuramente un romanzo che sa di antico, per contenuti e stile, però Malot è molto bravo nel ritrarre la vita e la società francese del tardo ottocento.

Il cartone animato Remì

Il romanzo ebbe numerose trasposizioni sia per il cinema che per la televisione ma senza ombra di dubbio bisogna ringraziare l’anime Remì e le sue avventure se il piccolo orfanello è impresso nella memoria collettiva di alcune generazioni. Soprattutto per chi, come me, era bambino all’inizio degli anni ottanta sentire il nome di Remì equivale a cominciare a canticchiare una sigla indelebile:

Dolce Remì, piccolo come sei, per il mondo tu vai…

La sigla, ad opera di Vince Tempera, fu talmente famosa che tra il 1979 e il 1980 fu in vetta alle classifiche nazionali. Remì e le sue avventure, prodotto dalla Tokio Movie Shinsha, fu trasmesso in Italia dalla Rai nel 1979 e poi, a distanza di venti anni, ritrasmesso da Mediaset con un doppiaggio differente e una nuova sigla. Entrambe le edizioni sono state seguitissime dai telespettatori. Un’unica raccomandazione: sia che decidiate di leggere il romanzo sia che preferiate rivivere gli anni dell’infanzia guardando il cartone ricordate di armarvi di fazzoletti perché è impossibile non commuoversi fino alle lacrime con la storia del piccolo Remì. Buon viaggio nei ricordi.

La sigla storica di Remì

 

Senza famiglia
Hector Malot
De Agostini, 2005, p. 248

 

SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here