ZenBuk: Il cammino dell’acqua, Riccardo Finelli

«Un tempo i fiumi avevano magnetismo. Al fiume andavi a prendere acqua, lavare i panni, usavi la sua forza per mulini e manifatture.» Gli occhi le scintillavano più del solito. «E poi era luogo di giochi e scorribande, amori, battute di pesca e sollazzi. Al mio paese tutti avevano un buon motivo per scendere al fiume. E oggi? Al fiume non va più nessuno, a parte qualche pescatore.»
Fu la scintilla.

La recensione di Il cammino dell’acqua, Riccardo Finelli

Un diario di viaggio, sì, un osservare con attenzione particolare luoghi poco noti, quasi per nulla “turistici” ma ricchi di storia e cultura più che mai, un intrecciare parole e sguardi con persone e esseri viventi. Per me però, che sto attraversando il mio “momento filosofico”, un vero e proprio viaggio del meravigliarsi.
Non conoscevo Riccardo Finelli, ma in questo mio avvicinarmi al camminare (per strade diverse da quelle solite: ho iniziato da un po’ di tempo a leggere di cammini, ma ancora stento ad iniziare davvero a camminare sul serio, più per pigrizia incurabile che per l’entusiasmo del farlo) l’ho scoperto e mi è piaciuto tanto.

Se mi trovo all’alba con uno zaino in spalla a camminare fra le strade di una Milano gocciolante, violentata dal rovinoso temporale della notte, penso non sia solo per semplice curiosità. Forse, piuttosto, per una sorta di terapia, perché non è vero che tutto ciò che è piazzato su questa Terra esiste: esiste solo se è miniaturizzato nella carta geografica personale che abbiamo ben stampata in
testa. Quella che costruiamo con ciò che tocchiamo e annusiamo ogni giorno. Quella in cui le distanze non si misurano in chilometri, ma in ore di permanenza.

Quest’anno ZenBuk si sta concentrando sulle cose belle della vita che spesso dimentichiamo di avere a disposizione. E credo proprio che qui, in questo racconto di viaggio, di cose belle se ne possano scoprire moltissime: l’Acqua, il piacere del cammino, il viaggio, la voglia di fare conoscenza, di vivere l’essenziale, apprezzandone ogni singolo componente.

E poi Il Cammino dell’Acqua di Riccardo passa anche (sarà davvero una coincidenza?) da casa mia: dalla Valle del Serchio, ancora di più, dal ramo invisibile di quel Serchio che si dirigeva verso il Lago di Sesto. Un motivo in più per leggere, e magari approfondire, e toccare con mano quel cammino, che si intreccia spesso con altre vie, tra queste anche con la Via Francigena (quando apro il cancello di casa tocco proprio un tratto di Francigena: non è più solo una coincidenza! 😉 ).
Basta. La scintilla è scoccata anche qui. Quel viaggio, quel cammino – o meglio, almeno una parte di esso – lo ripeterò anch’io.

Intanto, insieme a voi, vorrei parlare ancora delle piccole cose belle che sa raccontare Riccardo Finelli in questo suo viaggio. Che parla di persone, di storie antiche, di acquazzoni a sorpresa e di salvataggi, di pasti squisiti consumati lungo la strada, di Bar Sport e indicazioni accurate e preziose, e ancora di una Natura che prende il sopravvento, che si incanala e sconvolge il paesaggio, cancellando percorsi e sentieri, di una Natura che – nonostante sia stata in parte domata – sa come far sentire ancora e ancora la sua forza. Possente.
Il viaggio di Riccardo offre moltissimi spunti per piccole gite in una terra in cui abitiamo e che spesso non conosciamo come dovremmo, fornisce indicazioni sugli accorgimenti e le precauzioni da seguire, raccoglie storie lungo il cammino, da ascoltare ancora e ancora, scrive frasi su cui meditare per lungo tempo, insegna una Via dell’Acqua che è soprattutto una Via della Vita.

E incanta, in diversi passi.

E forse è tutta qui la grandezza del cammino: essere obbligati a concentrarsi su ciò che conta in un determinato momento, godendo di ciò che si può avere. Senza calcoli e pianificazioni.
Solo qui e ora. Certo è un principio sovversivo, almeno per chi è stato abituato sin da bambino all’importanza di risparmio e previdenza, all’ineluttabilità dei sacrifici dell’oggi per guadagnare la serenità di domani. E alla predestinazione alla crescita, quell’idea inconfessata, eppure incisa nel DNA dei nostri giorni, per cui non avanzare significa arretrare. Cosicché ci si industria per un obiettivo di budget, per un grande progetto, o per una nuova casa, si corre per agguantare la ricompensa di domani. Tranne, spesso, dimenticarsi di vivere l’oggi. Ecco, la strada questo errore non lo concede. Camminare significa innanzitutto praticare l’essenzialità e l’essenziale non ammette la coniugazione al futuro, ma solo al presente.

Cosa ne penserà Roberta Michelotto, la nostra Amica Psicologa?

Per assaporare la felicità e accorgergerci del bello che ci circonda dobbiamo imparare a vivere il momento presente, l’oggi, l’adesso. Invece sembra che facciamo di tutto pur di sabotare questo semplice principio dello star bene con se stessi e con gli altri; vogliamo sempre di più, e questo ci porta a voler andare oltre a fare previsioni su un futuro del quale però non abbiamo nessuna certezza. Ci hanno insegnato a vivere con l’arroganza (illusoria) dell’immortalità e del potere, costringendoci ad una corsa frustrante contro il tempo, contro tutti ma soprattutto contro noi stessi. Per ottenere cosa?  E nel frattempo cosa ci stiamo perdendo? Al giorno d’oggi sembra che fermarsi e andare adagio non sia ammesso. Ma chi lo deve scandire il ritmo della nostra vita se non noi stessi? Eppure ci attrae quello che fa il “vicino” e se lui corre ci sentiamo obbligati a farlo anche noi, incappando molto spesso in cocenti delusioni.

Riprendiamo il nostro tempo, la nostra vita. Impariamo a rivalutare le piccole cose delle quali siamo testimoni (inconsapevoli) ogni giorno. Viviamo nel presente, creiamo le nostre occasioni ora, senza procrastinare nella convinzione che oltre al domani ci possa essere sempre qualcosa di migliore. Le più grandi frustrazioni e “il mal di vita” nascono proprio da qui, dal non voler accettare che ci sia un oggi e che solo su questo tempo ci è data la certezza di agire da veri protagonisti.

Un tema da approfondire, quello del cammino. E lo faremo, presto. Un buon punto di partenza, interessante per i moltissimi spunti che suggerisce, è questa intervista all’autore.
E voi, avete notizie da suggeririci? Punti di vista, consigli? Li aspettiamo, sarà un bel viaggio da fare insieme! Perchè come sempre,

ZeBuk siamo noi ma siete soprattutto voi!

Il cammino dell’acqua
Riccardo Finelli
Sperling & Kupfer (collana Varia), 2017, pag. 275, € 13,60
ISBN: 978-8820061982

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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