
«Giocavamo tutto il tempo. Giocavamo e giocavamo, ed è quasi strano che non ci siamo ammazzati di giochi.»
La mia recensione di Il libro di Bullerby, Astrid Lindgren
Lo so che ormai ho superato l’età dell’infanzia, lo so, ma non riesco proprio a smettere, quando leggo le storie di Astrid Lindgren. Profumano di libertà, di erba rimasta tra i capelli, di piedi scalzi, di avventure anche pericolose, a volte, ma così vere e genuine che non posso proprio farne a meno!
Forse è perché da piccola vivevo in una situazione ambientale molto simile a quella dei suoi protagonisti, forse è perché i miei genitori mi lasciavano molto libera di sperimentare e avventurarmi, forse è perché “erano altri tempi”.
Già, perché il problema, oggi, è spesso quello. La risposta che ti danno quando parli dei bambini liberi di Astrid Lindgren è quella: “erano altri tempi”.
E in parte è vero. Ma per la parte restante è un po’ colpa nostra, ammettiamolo: teniamo i bambini incastrati tra impegni extrascolastici e aggeggi elettronici perché i campi incolti sono spariti, ci sono pericoli ovunque e un po’ ci pesa portarli al parco o inventare avventure alternative.
Un pomeriggio, mentre stavamo sarchiando e ci eravamo appena seduti su un mucchietto di sassi a bere la cioccolata e a mangiare le fette di pane imburrato che ci eravamo portati come pranzo al sacco, il cielo è diventato tutto buio ed è venuto un terribile temporale. Si è messo pure a grandinare, così forte che si sono formati dei cumuli bianchi come d’inverno. Ci siamo messi a correre. Eravamo scalzi e correndo sulla grandine ci è venuto freddo ai piedi.
“Filiamocela da Kristin di Lovnaset” ha detto Lasse. […] E’ una vecchietta e somiglia a una nonna, più o meno. Ed è molto buona. Sono stata molte volte a trovarla.
La mia opinione su Il libro di Bullerby, Astrid Lindgren
Il libro di Bullerby è un libro scritto per i bambini e raccoglie tre libri che Astrid Lindgren aveva scritto tra il 1946 e il 1952: Tutti noi bambini di Bullerby, Altre storie su noi bambini di Bullerby, A Bullerby ci si diverte e basta.
Così tanto tempo fa, sì. Mi chiedo spesso se oggi dovremmo essere proprio noi adulti a leggerlo, e a meditare su quello che insegna.
Mi rendo conto di esprimere un commento leggermente acido e indisponente, ma guardando quello che ci accade intorno oggi è troppo forte la tentazione di tornare a certi messaggi, trasmessi dalla Lindgren con “una leggerezza che non è superficialità” (cit. Italo Calvino): rispetto per gli adulti e gli anziani, leggerezza, consapevolezza delle proprie responsabilità, serietà e impegno.
Lisa, Lasse, Bosse, Olle, Britta e Anna aiutano i grandi nei lavori della cascina, camminano qualche ora per andare a scuola ogni mattina nel vicino paese di Storby, si prestano a sarchiare le rape, a dare da mangiare agli agnellini e a badare alla piccola Kerstin, leggono per il nonno che non ci vede bene e in cambio ottengono racconti, storie, zucchero roccia, qualche monetina e tanto divertimento, tanta libertà. Uno scambio più che equo, no?
Si chiama così il nostro borgo: Bullerby, che in svedese vuol dire qualcosa come Borgo Baccano. E’ piccolissimo perché è fatto solo di tre cascine: Cascina Nord, Cascina di mezzo, Cascina Sud. E solo di sei bambini: io e Lasse e Bosse e Olle e Britta e Anna.
Non c’è tempo per annoiarsi, a Bullerby, tra feste di mezza estate, nottate a pesca di gamberi sul lago, visite di sconosciuti in paese, messaggi segreti da una cascina all’altra grazie alla teleferica, gare di salti nel fienile, biscotti allo zenzero da preparare per Natale e tanto altro, così tanto che, leggendolo tutti insieme, la sera prima di dormire, ci è venuta una gran voglia di andare a vivere anche noi a Borgo Baccano. Venite con noi?
Il libro di Bullerby
Astrid Lindgren
Salani Editore (collana Fuori Collana), 2018, pag. 345, € 14,90
ISBN 9788893816311