“Non lo sappiamo. Qualcuno dice che se ne stava per i fatti suoi a fumare.” Baldi buttò un occhio a Pietra ce continuava a guardare fuori. “Chi avete portato in isolamento?” I responsabili. Uno è Enrico Carini, detto Erik il rosso.”
La recensione di Era di maggio di Antonio Manzini
Era di maggio è il seguito di Non è stagione, dove avevamo lasciato il vice questore Rocco Schiavone che stava indagando al tentativo di infiltrazione mafiosa di una società di costruzioni ad Aosta.
Nel frattempo uno dei rapitori di Chiara Berguet, Mimmo Cutrera, viene trovato morto in carcere.
Rocco è alle prese anche con l’indagine della morte di Adele, compagna del suo caro amico Sebastiano, uccisa mentre dormiva nel suo letto. E’ tormentato e non si da pace perché sa che chi l’ha uccisa pensava di ammazzare lui.
Due indagini per Rocco che è ancora turbato dei fatti dei giorni precedenti, e si pone sempre la stessa domanda “Chi può essere stato?”
Decide di tornare a Roma, la sua città e spera di trovare la risposta alla sua domanda. Inizia le indagini sui primi sospetti ma non arriva a trovare nulla.
Tornerà invece a fare i conti con il suo passato.
La mia opinione di Era di maggio di Antonio Manzini
Come vi ho già detto qui, il personaggio di Rocco Schiavone, per quanto all’inizio possa sembrare odioso, in realtà per me è molto simpatico.
E’ un uomo molto complesso come il passato che lo perseguita. Oltre ad essere molto cinico è anche abitudinario e molto innamorato di un ricordo, il fantasma della moglie che non lo lascia mai.
Impossibile non appassionarsi alla storia che è molto coinvolgente e non si può non amare il vicequestore Rocco, brusco ma sotto sotto tanto dolce.
Manzini non si smentisce mai, scrittura scorrevole, lettura piacevole che racconta una realtà corrotta come quella che ci circonda, dove per ottenere il potere si è disposti a tutto ma resta comunque una piccola speranza nella giustizia.
Buona lettura!
Era di maggio
Antonio Manzini
Sellerio Editore Palermo, 2015, p. 381, € 14,00
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