Su quale tipo di scuola superiore scegliere, non avevo le idee chiarissime. Se non una, vaga: cercare di avere a che fare con i poeti e gli scrittori del passato, visto che avevo avuto la fortuna di conoscerne uno di persona ed era diventato il mio migliore amico.
Volevo continuare a beccare gente che mettesse insieme le parole in modo elegante. Questa è un impronta particolare che dante mi ha lasciato dentro.
Una volta, mentre stavamo giocando a Scala Quaranta, o a Scala al Fattore, come la chiamava lui, mi ha spiegato che dovevo imparare a usare le parole come le carte, cioè a non accontentarmi delle prime che mi capitavano in mano, ma pescarne sempre di nuove, scartarne altre, combinarle nel modo migliore e solo poi mettere giù la frase.
La recensione di Vai all’inferno Dante, Luigi Garlando
Vasco Guidobaldi ha quattordici anni, alle spalle una bocciatura e una famiglia ricca e potente, il nonno infatti oltre che essere un Senatore è il presidente della”Mors tua” un azienda specializzata nella costruzione di tombe originali per ricchi.
Al ragazzo la scuola non interessa, fa il prepotente con i compagni che non fanno parte della sua cricca e ancor di più con gli insegnanti, forte dell’appoggio del preside abilmente tacitato con un abbonamento in tribuna d’onore allo stadio.
I suoi unici interessi sono la Fiorentina e Fortnite dove sfoga la sua aggressività “killando” , ma da dove deriva la rabbia di Vasco? Il ragazzo ha perso la mamma da cinque anni e i suoi familiari stretti si sono isolati ognuno nel proprio dolore pur volendosi ancora bene.
Un giorno proprio nel gioco incontra uno sfidante che si fa chiamare Dante, Vasco lo cerca e lo incontra di persona. Il misterioso poeta vestito di rosso e il bulletto sempre di bianco vestito diventano amici.
Vasco scopre che si può essere ribelli anche attraverso la letteratura e si può essere forti aiutando i più deboli, mentre il poeta si appassiona di calcio e riscopre alcuni piaceri della vita terrena.
La mia opinione su Vai all’inferno Dante, Luigi Garlando
Quando mi hanno proposto questo autore confesso di aver scelto un titolo a caso, anche se da tempo mi era venuta voglia di riscoprire Dante, autore che nella mia visione non poteva affascinare i giovani degli anni ottanta figurarsi i “millenials”.
In questo romanzo invece Luigi Garlando ci dipinge un Dante ribelle paragonabile ai rapper odierni che canta la sua frustrazione in terzine.
Ai ragazzi potrebbe intrigare perché parla dei loro interessi: musica, videogames e calcio, io adulta ne sono stata coinvolta sia per il racconto divertente che fa del Sommo Poeta, sia perché mi ha fatto conoscere meglio il mondo dei coetanei di mia figlia.
Vai all’inferno Dante
Luigi Garlando
Rizzoli, 2020, p. 500, €. 16,15