
Raccogliere, cucinare, leggere (cioè riflettere), ci è parsa una triade di imperativi assai più appetitosa del credere obbedire combattere con cui un celebre dittatore tentò di ridurre l’Italia all’idiozia, riuscendoci in gran parte, e anche di comperare fingere di non sapere fottersene degli altri, con cui i suoi più recenti e trasformistici eredi perseguono, oggi, quel medesimo disegno.
A metà fra un ricettario e una raccolta di antiche tradizioni, condito da citazioni letterarie e molte curiosità, Erbe da mangiare di Luigi Ballerini è un libro da tenere sempre a portata di mano.
La recensione di Erbe da mangiare, Luigi Ballerini
Tra una storia e l’altra, tra un recupero e un oblio, tra una diminuzione sul piano terapeutico e un’esaltazione su quello del gusto, direi che mettersi a raccogliere rucola e a tradurla, oggi, vuoi in insalate, vuoi in manicaretti, serve anche a sfatare la leggenda che l’antica saggezza, delle erbe, e di quant’altro, è sempre superiore a quella presente, e che una volta… e che adesso invece… (…)
Sì perché non è assolutamente possibile che si stesse meglio quando si stava peggio.
Erbe da mangiare è un libro originale: un po’ ricettario, un po’ erbario, un po’ repertorio di citazioni letterarie, un po’ raccolta di antiche leggende. Soprattutto, è una guida con cui “andar per erbe” nei prati e nei boschi, e ricavarne la materia prima per ottimi piatti: asparagi selvatici, borragine, cicorie, cardi, papaveri. Piante commestibili che i nostri nonni conoscevano benissimo e che anche nell’epoca degli ipermercati possono tornare a diventare protagoniste di tante prelibatezze.
Il mio parere su Erbe da mangiare, Luigi Ballerini
Erbe da mangiare di Luigi Ballerini nasce dall’ipotesi che sia ancora possibile allontanarsi da una città quel tanto che basti per trovarsi in mezzo a un prato o a un bosco o a una radura non completamente avvolti dai fumi di qualche puzzolente raffineria o dai gas emessi da milioni di tubi di scappamento. In un luogo del genere si possono raccogliere, con le dovute accortezze – al fine di non danneggiare quelle parti della pianta che ne consentono la ricrescita – decine di erbe commestibili, una più innocente e saporita dell’altra.
Sono sempre stata attratta da certe sapienze popolari, dalle foglie “strane” che mi indicava nonna quando camminavamo nella “macchia” nelle mie estati pugliesi, dai decotti e le “pozioni magiche” che mi raccontava e che a volte abbiamo preparato insieme.
Anche in Toscana ‘andar per erbi’ è un’usanza ancora praticata, come credo accada in ogni paese di campagna del pianeta, più o meno. Purtroppo però è un’usanza che si sta perdendo, praticata quasi solo dalle donne più anziane. Ma ci sono gruppi e piccole organizzazioni che provano a insegnarla ai più giovani, con molto interesse e diverse adesioni: un suggerimento per la prossima passione da cui farsi conquistare… 😉
Erbe da mangiare di Luigi Ballerini, è un bel libro, ricco di spunti e di ricette appetitose e stuzzicanti. È anche un contenitore di citazioni letterarie:
L’odore delle erbe di campagna nel piatto da Cesaretto rughetta
pimpinella un’insalata d’erbe della terra tenere espansive
[degli umori
il cielo qui che interviene sulla gente compresente orizzontale
e tu e tu ognuno cui ti inviti a ballare ti accende
gli occhi e si fa bello e cresce
vino rosso
capriole con lancio di cuscini.
(Elio Pagliarani, Lezione di fisica)
Erbe da mangiare parla di una saggezza che in parte abbiamo dimenticato, ma anche di colte e forbite disquisizioni, per esempio, sui significati reconditi della famosissima “Papaveri e papere” e dei suoi collegamenti con la politica e la storia,oltre che con la medicina naturale.
Un libro interessante, da tenere a portata di mano quando decideremo di passeggiare per campi incolti, lontani da fonti inquinanti, alla ricerca di vecchi sapori ormai perduti.
Erbe da mangiare
Luigi Ballerini
Mondadori, 2020, p. 528, €. 15,00