
Erano i giorni in cui ti eri messo nei guai perché avevi rivelato ai tuoi amici di aver visto un impiccato nel Bosch Negher. Nessuno ti credette ma io si ricordi? Gli uomini e le donne di Fodòm temevano che con quella visione stavi attirando nuove sciagure sulla comunità. E lo sai perchè, giovane Nef? Quell’uomo nel bosco riportava a galla i fatti tragici del passato. Inconfessabili. Ti dissi che questa montagna veniva chiamata Bluterg, la “montagna di sangue” e che qui il cielo aveva assistito a inaudite crudeltà sia durante la Gran Vèra che durante l’occupazione tedesca. Ciò che non ti dissi è che anche negli anni successivi alle guerre, in un tempo che doveva essere di pace, accaddero molti crimini.Il Bosch Negher è stato chiamato così, giovane Nef, perché in esso sono nascosti le vendette, le colpe, i segreti più neri di molte famiglie fodòme.
La recensione di La stanza delle mele, Matteo Righetto
Giacomo Nef ha undici anni e vive con i nonni paterni e i due fratelli maggiori a Daghè, una frazione di Livinallongo sulle pendici del Col di Lana, nelle Dolomiti bellunesi.
La madre dei tre ragazzi è morta di malattia e il padre disperso in Russia. I nonni sono due anziani contadini induriti dalla vita e dalla guerra, il nonno è particolarmente severo con Giacomo, convinto che sia frutto di una relazione adulterina della nuora e riversa su di lui i suoi sentimenti peggiori punendolo spesso e rinchiudendolo nel deposito delle mele per giorni interi.
Un giorno il nonno manda il ragazzino a recuperare una roncola dimenticata nel Bosch Negher, sta per scoppiare un temporale e Giacomo corre per fare in fretta.
Il cielo è nero e il bosco più cupo del solito, alla luce di un lampo Giacomo vede un uomo impiccato ad un albero e scappa via senza la roncola. Come sempre succede, viene rinchiuso nella stanza delle mele per punizione. Giacomo ha pero una risorsa che lo aiuta a sopportare la durezza del nonno e la paura della visione dell’uomo nel bosco, il ragazzino infatti scolpisce pezzi di legno.
Giacomo cresce e realizza la sua passione per il legno diventando uno scultore di fama, ma il mistero del Bosch Negher gli si rivelerà solo dopo tanti anni.
La mia opinione su La stanza delle mele, Matteo Righetto
La stanza delle mele di Matteo Righetto mi è piaciuto molto perché nonostante tutta la durezza che subisce il protagonista riesce sempre a mantenere uno sguardo limpido sul mondo che lo circonda. La serenità dei paesaggi montani, il silenzio, la pace sovrastano sempre le brutture e le paure umane.
Ci sono dolori che possono essere alleviati soltanto dall’oblio.
L’ambientazione montana e l’analisi psicologica del protagonista mi ha ricordato molto alcuni romanzi di Ilaria Tuti che io adoro.
Consigliato a chi ama, nei romanzi, immergersi nei paesaggi montani.
La stanza delle mele
Matteo Righetto
Feltrinelli, 2022, p. 240, €. 18,00