Kallocaina. Il siero della verità, Karin Boye

“Dovresti ben capire che non è la mancanza di difetti che fa un buon compagno, e ancor meno l’irreprensibilità in quelle questioni in cui l’etica pubblica è ancora in elaborazione. No, la cosa più importante è la capacità di abbandonare il proprio punto di vista per abbracciare quello giusto.”

Un’opera distopica, allucinante, scritta nel 1940, “quando era difficile nutrire grandi speranze nell’avvenire”.

“Certo sapevo che ufficialmente ci veniva attribuito uguale valore che agli uomini, o quasi, ma un valore accessorio, in realtà, semplicemente perché potevamo mettere al mondo nuovi uomini, o nuove donne che avrebbero a loro volta messo al mondo altri uomini.”

La recensione di Kallocaina. Il siero della verità, Karin Boye

Avere a disposizione il siero della verità, poter conoscere il vero di ognuno, chi non lo vorrebbe?
Leo Kall, scienziato, è riuscito a ottenerlo mediante la sua invenzione: la Kallocaina, una “droga della verità” che costringe chiunque la assuma a rivelare i propri pensieri senza filtri, garantendo sicurezza e stabilità nella società.
Ma… Quali sono le controindicazioni di questa droga? Cosa accade quando verità e potere si trovano pericolosamente molto vicini?

Una volta avevo sentito dire che si trattava di soli infinitamente distanti, ma non ricordo che la cosa mi aveva fatto particolare impressione. Ora, in quell’assoluto silenzio, vidi improvvisamente gli spazi aprirsi in distese infinito, e l’immenso vuoto tra le stelle mi diede le vertigini. Quell’immane Niente mi toglieva il respiro.

La mia opinione su Kallocaina. Il siero della verità, Karin Boye

Sto ricominciando a leggere romanzi distopici. Mi è tornata la voglia di entrare in punta di piedi in mondi “altri”, dove le regole non coincidono con quelle che conosciamo noi (più o meno giuste, più o meno oneste), dove lo stato poliziesco domina la società fin nella sfera più privata che ci sia, togliendo alle persone ogni libertà.

E così, addentrarmi nella coscienza ormai plasmata e completamente allucinata degli abitanti di questo romanzo è stato possibile solo cercando di comprendere come sia possibile accettare imposizioni assurde e ridicole, regole che gestiscano la tua vita in ogni più piccola decisione.

Leo Kall, chimico abitante dello Stato Mondiale, scrive una memoria in cui racconta tutto quanto, tutte le perplessità e le certezze sulla sua invenzione, sui modi per sfruttarla, su quello che gli accade intorno. Il suo pensiero più alto è il fatto che – finalmente – si rende conto di quanto poco il potere e la verità possano conciliarsi, condividere le proprie posizioni. E di quanto il mondo che gli ruota attorno sia incapace di gestire quella stessa verità, dato che anche fra gli abitanti di uno stesso luogo sia impossibile la fiducia e ci siano più delatori, più spioni, che persone che si occupano solo di sé.

Affascinante la scrittura di Karin Boje, scrittrice e poetessa svedese che negli anni 40 ha dato alla luce un’opera così incredibilmente “possibile”, così potenzialmente “vera” che sembra quasi di riconoscere qualche protagonista, tra uno e l’altro…
Il fatto che Kallocaina sia stato scritto in parallelo, più o meno, con Il mondo nuovo, di Huxley, con 1984, di Orwell l, misura il polso della questione.

Intrigante.

Kallocaina. Il siero della verità
Karin Boye
Iperborea, 2023, p. 256, €. 17,50

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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