Ti lascio per ultimo, Andrea Fiorenza

«E tu oggi proprio quella risposta mi hai dato. Il rispetto, sì, il rispetto è la cosa che conta per me»

La storia del famoso brigante Musolino, ricostruita tramite una approfondita ricerca, grazie a documenti, testimonianze, indagini.

«Se un uomo campasse cento oppure duecento anni, una condanna a quattro o cinque anni sarebbe un fatto grave ma sopportabile, considerando il lungo tempo che ha da vivere; ma come può un uomo giovane e innocente, che si sente strappare dalla sua vita e condannare a ventuno anni di carcere, sopportare tutto questo?» Ah, ora mi guardi!
Mi guardi e te ne vai.
Vai, vai. E dove vai? Ti prendo, sai.
Ti lascio per ultimo a morire.

Ti lascio per ultimo è la minaccia che il brigante indirizza al giudice che gli infligge ventun anni di carcere per un crimine che Musolino giura di non aver commesso.

La recensione di Ti lascio per ultimo, Andrea Fiorenza

Grazie ad accurate ricerche storiche e i giusti elementi di fiction, Andrea Fiorenza costruisce un noir claustrofobico sulla vita del brigante, venata di lucida follia, intrecciandola ad altri uomini: il dottor Monardi, direttore del manicomio, un uomo alla ricerca delle verità nascoste nel suo passato, e Domenico, l’infermiere innamorato che non riuscirà a sfuggire alla guerra in corso. La follia e la “normalità” esplicate in maniera profonda e particolarmente attenta alle emozioni.

Ma la vera cura doveva essere la parola. Esortava tutti, infer-mieri e medici, ad ascoltare chiunque avesse qualcosa da dire.
Qualunque cosa fosse, razionale o delirante, andava ascoltata, pesata, misurata e rispettata, perché le parole, e non si stancava mai di ripeterlo, le parole sono in grado di curare l’anima, come quelle che aveva fatto incidere sulla vecchia targa di marmo sopra l’ingresso della biblioteca: «Le parole conducono ai fatti.
Preparano l’anima, la rendono pronta e la portano alla tenerezza».
Erano di santa Teresa.

La mia opinione su Ti lascio per ultimo, Andrea Fiorenza

In questo periodo sto leggendo molte storie che ricostruiscono vite passate, e sto apprezzando il modo in cui queste storie sono state indagate e “sentite”.
È un sentire toccante, tragico, pesante, che non riguarda solo i protagonisti principali ma anche alcune figure secondarie, che si espongono al racconto della propria vita. Il dottore ad esempio e la sua storia familiare. Domenico, il suo amore per la sartina e la paura di non essere corrisposto.
La storia del brigante Musolino poi non la conoscevo nei dettagli ed è stata una scoperta interessante, un viaggio nella storia abbastanza recente, di cui non si parla mai.

Ti lascio per ultimo
Andrea Fiorenza
Fernandel, 2023, p. 224, €. 15,00

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here