Pronuncia il mio nome forte e chiaro, come se volesse farsi sentire da tutti i vicini. Suo figlio minore si chiama come un re persiano, il primo e il migliore di tutti, per quanto io non mi sia mai sentito così, né potente, né importante come dovrebbe sentirsi un re. Anzi, ogni volta che Baba dice il mio nome voglio solo scomparire, mi imbarazzo, mi viene voglia di nascondermi. Odio che il mio nome suoni così straniero e antico.
La recensione di Saluterò di nuovo il sole di Khashayar J. Khabushani
K. ha nove anni e vive con la famiglia a Los Angeles. È una famiglia iraniana, a casa si parla farsi, e K. ha deciso di farsi chiamare solo con la sua iniziale per non essere troppo diverso da tutti gli altri, fratelli compresi, che hanno un nome americano.
La vita scorre tra la scuola, le scorribande con Johnny, vicino di casa e migliore amico, i pomeriggi caldi in piscina.
Finché un giorno Baba carica i figli in macchina e dice che li porterà a fare una vacanza di pochi giorni. Partiranno invece per l’Iran ma senza la madre.
La vita in quel paese lontano e sconosciuto sarà diversa e brutale perché loro sono americani e vogliono tornare a casa al più presto dalla loro Maman.
I ragazzi riusciranno a tornare a Los Angeles e diventati grandi cercheranno di realizzarsi seguendo i loro sogni.
La mia opinione su Saluterò di nuovo il sole di Khashayar J. Khabushani
Saluterò di nuovo il sole di Khashayar J. Khabushani prende in prestito il titolo da un verso della poetessa Forough Farrokhazad. È una storia che si legge in poco tempo, l’ho divorato in un pomeriggio, e che lascia sensazioni contrastanti addosso.
La narrazione è al presente e in prima persona, K. ci racconta tutto dal suo punto di vista. Le sue parole oscillano dall’amore per Maman e per la sua vita tutta chiusa nel quartiere periferico dove abita alla paura ma anche al rispetto verso Baba, questo padre autoritario, abusante, incapace di adattarsi all’America ma anche di vivere bene una volta tornato in patria.
È un personaggio disturbante il padre del protagonista, sia perché compie tutta una serie di azioni nei confronti dei figli che sono imperdonabili, sia perché pretende una cieca obbedienza in nome di valori che lui per primo non possiede. D’altro canto è uno sconfitto dalla vita che dopo l’università a New York e un lavoro promettente per colpa del gioco e dell’alcol ha perso tutto e sopravvive credendo che l’immagine di una famiglia perfetta possa ricomporre tutto ciò che ha perso.
E cosa dire di K.? Protagonista e narratore, queer, figlio prediletto, vittima di abusi, indomito cercatore dell’amore e dell’indipendenza, la sua storia si aggancia alla mente del lettore senza staccarsi più.
Siamo nell’assolata e torrida estate tra case mal costruite in periferia, tra gli odori di smog e di fogne vecchie in Iran, tra il cloro che si attacca alla pelle e i rimbalzi di palloni Spalding su campi da basket di cemento. Siamo sempre con K. e ci dispiace che il libro finisca proprio quando inizia la sua vita da adulto. Vorremmo restare ancora un po’ con lui ma K. è pronto a salutare il sole traboccante d’amore e noi dobbiamo lasciarlo andare.
Buona lettura.
Saluterò di nuovo il sole
Khashayar J. Khabushani
NN Editore, 2024, p. 224, €. 18,00