Due chiacchere con Alessandra Pagani

Abbiamo intervistato Alessandra Pagani, autrice di Resta solo la tua voce, edito da Morellini.

Ciao Alessandra, benvenuta su ZeBuk. Racconta un po’ di te ai nostri lettori.
Io sono, prima di tutto, una grande lettrice. Leggere è la mia più grande passione, così grande che ne ho fatto una professione. Lavoro dal 2005 come Editor non fiction, da quattro anni sono in Vita e Pensiero, la casa editrice dell’Università Cattolica di Milano. Adoro però leggere narrativa e per molti anni ho avuto un blog di recensioni chiamato UnaLettrice, ormai chiuso per mancanza di tempo. Dal 2022 ho un gruppo di lettura Geranio Book Club, che raccoglie persone di tutta Italia: ci incontriamo virtualmente una volta al mese per parlare insieme di libri. Ho anche un bellissimo bambino, un marito e una passione per i fiori.

Resta solo la tua voce è il tuo romanzo d’esordio. Da dove nasce il bisogno di raccontare questa storia?
I femminicidi esistono da sempre, anche una mia compagna di scuola fu uccisa nel 2000.
Oltre al dolore per le vite spezzate, provo spesso un senso di ingiustizia, che negli anni è andato crescendo: quando qualcuno muore tutti, ma proprio tutti, dicono come la pensano – dal vicino di casa al giornalista in tv, dai parenti a perfetti sconosciuti – tutti parlano tranne chi è morto. Da qui nasce l’idea di restituire la voce alla vittima, di provare a immedesimarsi in una dinamica che non coinvolge solo la relazione uomo – donna, ma, come racconta il
romanzo tutta la società intera. Inoltre ho voluto raccontare come la violenza sulle donne non è un problema solo delle donne ma della società intera. Senza fare spoiler nel mio romanzo non si fa la caccia all’assassino ma si denunciano le mancanze di un’intera società: dalla famiglia, alla scuola, agli amici, ai colleghi, fino ad arrivare allo Stato con la mancanza di leggi dell’epoca.

L’ambientazione negli anni ’90 ha un peso importante nella storia. Perché hai scelto proprio quel decennio?
Mi sembrava molto interessante mostrare il meccanismo di pensiero che c’è alla base del femminicidio e dello stalking: ambientare in anni in cui non ci fosse il rumore di fondo, incessante, che producono i social media mi sembrava importante. E mi sembrava che rendesse più efficace tutta la natazione anche il fatto che non ci fossero ancora tutte le leggi che abbiamo oggi: la legge contro lo stalking è del 2009, il Codice Rosso è del 2019… Negli anni in cui è ambientato il romanzo lo stupro è ancora reato contro una pubblica morale e non contro la persona, diverrà un reato contro la persona solo a partire dal 1996. Inoltre, anche se gli anni 90 sono ormai 30 anni fa, mi sembravano abbastanza vicini da poter mostrare come la cultura dell’amore inteso come possesso fosse stata romanticizzata anche da canzoni (“Ti pretendo, è inutile che dici di no…”), programmi tv (la scena con la sessualizzazione delle ragazze a bordo piscina richiama un programma televisivo molto in voga in quei tempi). Sicuramente sono anni in cui si riescono a mostrare limpidamente i meccanismi tossici. Inoltre gli insegnanti possono ragionare su questioni di violenza di genere usando il libro Resta solo la tua voce e i materiali preparati da Lei – Letteratura italiana inclusiva.

Giulia e Diana sono due sorelle molto diverse ma profondamente legate. Quanto c’è di personale nel loro rapporto?
Giulia e Diana nel romanzo si vogliono molto bene, hanno una relazione di sorellanza basata sull’empatia reciproca e sull’accettare le rispettive differenze. L’ironia con cui si chiamano, i soprannomi che si danno e la costante solidarietà mostrano questo rapporto. Le loro differenze rappresentano la dipendenza emotiva (Giulia) e l’indipendenza emotiva (Diana) ossia Giulia accetta di rinunciare a tutto ciò che le piace per amore del ragazzo che incontra,
Diana è concentrata sulla costruzione del suo percorso di studi e, in futuro, della sua carriera a discapito delle relazioni amorose. Alcuni studi dimostrano che le ragazze che conservano un proprio lavoro, le proprie amicizie, i propri hobby hanno meno possibilità di essere vittime di violenza. E volevo mostrare questo meccanismo all’interno del romanzo. Ho deciso di usare l’espediente delle gemelle per mostrare due risposte diverse: Giulia, infatti, è succube dell’ambiente in cui vive, Diana cerca la sua strada e riesce a distaccarsene. Per quanto riguarda il tema personale: non ho gemelli, ho una sorella più piccola, ma secondo gli studi dei coniugi Austernann che hanno scritto La sindrome del gemello scomparso, potrei aver perso un fratello gemello a inizio gravidanza, talmente presto che neanche mia madre se ne è accorta. Non ne avremo mai la certezza ma il dubbio rimane…

Quale personaggio ti ha sorpreso di più mentre lo scrivevi?
La mamma dell’assassino del romanzo. Un personaggio che mi aspettavo avesse un ruolo decisamente marginale e che invece prende un po’ di spazio per comunicare le difficoltà dei la difficoltà di stare vicino a persone fragili. È stato un personaggio complesso perché fino alla fine oscilla tra omertà e volontà di proteggere il figlio e senso della giustizia e dell’accettazione di quanto accaduto.

C’è già un’idea per un prossimo libro? Se sì, puoi anticiparci qualcosa?
Scrivo da molti anni, ho già completato tre romanzi e se riceverò una proposta di pubblicazione mi piacerebbe condividerli. Forse mi piacerebbe che, per prima, fosse pubblicata una storia molto leggera e luminosa, con quattro protagoniste femminili. Posso scrivere anche di gioia, e sarebbe un bel contrasto con le atmosfere cupe di Resta solo la tua voce! Inoltre ho pubblicato un manuale sul mio lavoro di Editor (Manuale di editoria universitaria, 2020, Editrice Bibliografica).

Domanda di rito per chi chiacchiera con noi: dicci il tuo libro preferito e quello attualmente sul tuo comodino.
Ho appena finito l’ultimo libro di Nadia Terranova, che è candidato al Premio Strega 2025, di cui ho scritto una recensione appena uscita per il mio giornale locale, il Corriere Apuano, un’istituzione per noi Lunigianesi!
L’altro libro che sto leggendo è di narrativa, è quello di cui discuteremo al gruppo di lettura Geranio Book Club, che ho fondato nel 2022. Ogni mese ci incontriamo online e parliamo di un libro proposto da uno dei partecipanti. Questa volta è La donna che scrisse la Bibbia, di Moacyr Scliar, un testo pubblicato da Voland edizione e praticamente sconosciuto in Italia. Adoro il nostro gruppo di lettura perché mi permette di scoprire libri con cui non entrerei mai in contatto.

Due chiacchere con Alessandra Pagani

Nicoletta
Classe 1983 anni, romagnola, mamma di due splendidi bambini e di una stella nel cielo. Programmatrice, lettrice e multitasking (o almeno ci si prova!) Mi piace la lettura da sempre, ho voluto una libreria ampia e spaziosa nella casa nuova, che accogliesse tutti i miei libri. A natale, stufo dei libri accatastati ovunque, mio marito mi ha comprato un ereader. Ed è stata la fine…..

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