Magarìa, Andrea Camilleri

«Che hai?» – le spiò il vecchio a un certo momento della passeggiata «Niente no’» – rispose Lullina evitando però la taliata insistente del nonno.
«Non vuole incontrare il mio sguardo – pensò il nonno -. Fa sempre così quando mi vuole ammucciare qualcosa».
Allora s’assittò sopra una grossa pietra e attirò a sé la piccilidra restia.
«Lullinè, non me la conti giusta. Se ti capitò o hai fatto qualche cosa, dimmelo. Lo sai che io t’addifendo sempre».
«E va bene – fece Lullina tutto d’un fiato -. Stanotte ho fatto un sogno. È spuntato uno e mi ha detto un segreto che non devo dire a nessuno».

Una storia con dentro tante storie. Ancora non ho deciso quale sia quella che mi piace di più, perché leggerle è come farsi portar via da un incantesimo. E “magarìa” in dialetto siciliano vuol dire proprio questo: incantesimo, magia.

Andrea Camilleri non sbaglia nemmeno stavolta, nemmeno quando scrive per i bambini. Anzi, a detta sua, è stato molto più bravo come nonno che come padre, vedete voi!

La trama di Magarìa di Andrea Camilleri

A Lullina piace moltissimo passeggiare con il nonno e ascoltarlo mentre racconta storie incredibili inventate apposta per lei. Ma un giorno il nonno si accorge che la sua picciliddra è distratta e pensierosa e quando le chiede cosa non va lei confessa: tutto dipende da un sogno, il più bizzarro e stravagante che abbia mai fatto. Un omino minuscolo, tutto vestito di giallo, le ha rivelato la formula magica per far scomparire le persone, e Lullina muore dalla voglia di fare una prova! Fi ri ri ri, borerò, parupazio, stonibò, qua non sto: appena le sette parole misteriose escono dalla sua bocca la bambina scompare. Prima incredulo e poi disperato, il nonno si mette a cercarla dappertutto, invano. Possibile che quelle sette parole mammalucchigne abbiano sprigionato una magia tanto potente? Provare per credere! In questa favola sorprendente, con tre possibili finali, il Maestro Andrea Camilleri celebra la fantasia e la curiosità dei bambini. Nelle smaglianti illustrazioni di Giulia Orecchia risplendono i colori di una Sicilia piena di fascino e magia.

La mia recensione di Magarìa, Andrea Camilleri

La magia delle parole, delle parole in dialetto, e anche – e soprattutto, in questo caso – delle illustrazioni della coloratissima Giulia Orecchia (questo il suo blog), che ti catturano e ti portano là, su quella calda isola, insieme al vento, a Lullina, al nonno e a quel personaggio misterioso, un po’ nano un po’ folletto. Un incantesimo che ti trasporta, con i suoi profumi di campagna assolata e col suo sapore di sale e di mare…

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Magarìa, Andrea Camilleri. Illustrazione di Giulia Orecchia

Leggi e respiri. Ascolti i suoni delle parole e ti sembra proprio che qualcuno stia leggendo a voce alta quella storia, magari proprio chi l’ha scritta:

«Lullina! Lullina mia! Dove ti sei ammucciata?». Nessuna risposta. E intanto cercava e cercava, tra le troffe di capperi, tra le pale di ficodindia, tra le lame della saggina, darrè i massi, darrè le gobbe del terreno, dintra gli anfratti, dintra agli spalanchi. Niente. Alla fine, esausto, si gettò affacciabocconi per terra, piangendo. Però, siccome non voleva arrendersi all’evidenzia, dopo nanticchia balzò nuovamente in piedi. Gli era venuta una pensata. Cosa aveva detto Lullina prima di scomparire? Capace che quelle sette parole mammalucchigne avevano anche il potere di far ricomparire quelli che facevano scomparire. Con voce tremante disse: «Firirò, parupazio»…

Cicale che friniscono, la risacca del mare, il vento. Quanto ci è piaciuta questa storia? Non lo so, alla fine. Alla fine, la storia conta fino a un certo punto: quello che qui ha contato davvero è la magia che si è creata, l’atmosfera che si è materializzata sfogliando le pagine, i suoni, i profumi, i sapori che sembra davvero di sentire…

Magarìa
Andrea Camilleri
Mondadori (collana Contemporanea), 2013, pag. 94, € 15,00
ISBN-13: 978-8804632023

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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