Trilogia della città di K., Agota Kristof

Arriviamo dalla Grande città. Abbiamo viaggiato tutta la notte. Nostra Madre ha gli occhi arrossati. Porta una grossa scatola di cartone, e noi due una piccola valigia a testa con i nostri vestiti, piú il grosso dizionario di nostro Padre, che ci passiamo quando abbiamo le braccia stanche.

Alzi la mano chi non ha mai detto o scritto una bugia. O chi almeno per una volta si è convinto che la “propria” verità fosse quella giusta. In questo libro ci si può riconoscere, o almeno si viene catapultati nel meccanismo che ci fa creare un mondo cucito addosso a noi, un salvagente per quelle situazioni da cui vorremmo difenderci.

Trilogia della città di K. è un diario, un quaderno che raccoglie le vicissitudini di due gemelli , Klaus (Claus) e Lucas, così legati da sembrare una persona sola. Sullo sfondo la guerra in un paese dell’est che non viene mai nominato ma che potrebbe essere l’Ungheria, il paese natale dell’autrice.

In uno stile asciutto e scarno, quasi scolastico, vengono raccontate le vicissitudini di questi due ragazzi e dei personaggi che incontrano nella loro esistenza. Una nonna che affettuosamente li chiama “figli di cagna” alla quale sono legati da un affetto profondo, il cartolibraio che diventerà un singolare artefice del proprio destino, Yasmine e il piccolo Mathias che entreranno a far parte della vita di Lucas come un temporale rinfrescante, Clara che diventa il simbolo dell’amore malato ma irresistibile.

Il romanzo si divide in tre parti.

Il grande quaderno” recupera in modo ipnotico e fedele le memorie della guerra, da quando la mamma porta i ragazzi dalla grande città fino alla campagna dalla nonna, gli esercizi di irrobustimento inventati per sopportare il dolore e le privazioni. Gli accenni alle deportazioni di massa aleggiano come correnti d’aria gelata, improvvisi e sconvolgenti. Ogni fatto è raccontato con glaciale normalità, anche le bombe e la devastazione della morte.

La prova” è la cronaca della separazione dei due: Klaus lascia il paese scappando attraverso la vicina frontiera e noi lettori seguiamo le ansie e la sofferenza di Lucas, che dovrà sopportare il peso di una vita da solo; riprenderà le redini della propria esistenza grazie a sentimenti forti, si ritroverà in casa con una donna che diventerà la sua famiglia, e soprattutto un bambino che diventerà affettivamente suo figlio. Scorrono in secondo piano le immagini di un dopoguerra con le sue code di danni e drammi irrisolvibili. A questo punto del libro si insinua il dubbio che in realtà non esista nessun gemello, che Lucas si sia inventato tutto e che fino a questo momento la trama somigli ad un giallo di serie B.

Ne “La terza menzogna” vediamo Klaus tornare nel paese da cui è scappato, raccontare il passato, cercare suo fratello per ricongiungersi finalmente al suo pezzo mancante; si susseguono le emozioni, in un gioco tragico che ha delle regole non definite e perciò modificabili. E’ impossibile staccarsi dalle pagine del libro, ogni prospettiva viene ribaltata e l’unica cosa che vorrete fare e sapere qual’è la verità. Ma chi lo dice che quella verità sia quella vera, che non sia forse più reale quel mondo creato da un bambino per difendersi dal dolore fisico e morale?

Trilogia della città di K. è un libro diverso, attrente e molto originale, di sicuro tra i cinque più belli che ho letto.

Trilogia della città di K.
Kristoff Agota
Einaudi, 2005, 384 pag., € 12.00

Lucia Busca
Sono quella che legge due libri contemporaneamente, quella che ha l'e-reader, io piango quando la scrittura è bella, divento il protagonista del libro. Curiosa, tento di infilarmi in tutti i generi, scegliendo tra i grandi classici e osando nuovi autori. L'unica certezza che ho: non mi basterà questa vita per finire la mia lista dei desideri. "Io penso, disse Anna sfilandosi un guanto, che se ci sono tanti ingegni quante teste, ci sono tanti generi d'amore quanti cuori" (Anna Karenina)

8 COMMENTS

  1. e brava Lu…non è facile leggere lcon tale piacere la recensione di un libro che fa parte della propria Top 10..ma tu sei riuscita a cogliere l’esenziale…complimenti…

  2. Ho letto questo libro dapprima con perplessità: abituata a un modo di scrivere un po’ più ricco di particolari, la scrittura scarna e – come dici giustamente, Lu – quasi scolastica, mi aveva portato a riporlo sul comodino per guardarlo di sottecchi, da lontano.
    Poi, un giorno, ho ricominciato a leggere e non mi sono più fermata. Alcune immagini le ho ancora impresse nel cervellino…segno che ha funzionato!
    Secondo me, la tua recensione ha reso perfettamente il senso del romanzo.
    🙂

  3. Sabato in libreria sceglievo “qualche libro” da regalarmi. E mi è capitato questo tra le mani. Sono stata tentata di prenderlo ma non ero molto convinta.
    In realtà aspettavo la tua recensione….mi sa che lo metto ad allungare la wishlist 😀

  4. L’ho letto due volte, e ogni volta ne ho avuto una sensazione diversa. Ma è davvero uno dei figli preferiti della mia biblioteca personale.

  5. secondo il mio personalissimo parere avresti potuto evitare la parte in cui dichiari al pubblico lettore che avrà la sorpresa di un possibile dubbio sull’esistenza di entrambe i gemelli….
    è un pò come togliere la suspance….che nel libro è creata a regola d’arte! Per il resto, puoi migliorare ancora…..SORELLONA!!!!!

  6. Grazie per l’appunto sorellina, continuo a credere che il dubbio non sia il cuore del libro…:-) Migliorare io? Eì ovvio, sono ai primi passi!!!

  7. Questo libro è fra quelli che ho amato maggiormente e ne ho regalate molte copie. Bello tanto da far male, tagliente come lo stile della Kristoff. Come spesso mi succede sull’onda dell’entusiasmo, ho acquistato anche “ieri”della stessa autrice ma la trilogia è senz’altro il suo capolavoro. Lei è un personaggio, ho avuto modo di leggere uno stralcio di una sua intervista e sono rimasta affascinata dal personaggio.

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