The golden spur, Dawn Powell

Il Golden Spur è un bar di Greenwich Village, unico indizio che ha Jonathan per ricostruire la giovinezza di sua madre Connie e per riuscire ad avere notizie del suo vero padre. Dal diario di Connie Jonathan dovrà risalire alle persone che frequentava, a chi conosceva tanto bene da poter entrare in intimità con quella donna che si scopre ad ogni passo così diversa da quella conosciuta dal figlio. Riesce poco per volta a rintracciare  persone che risulteranno fondamentali per la sua ricerca e nel contempo, incrocia la vita di altri personaggi, soggetti e oggetti della scena artistica della New York degli anni 50 del secolo scorso. Il romanziere famoso, il pittore in ascesa, le arriviste senza scrupoli, il vecchio critico letterario, la scrittrice old times ancorata a passate abitudini e modi di fare, la giovane e rampante attrice figlia della borghesia. Jonathan vive vorticosamente settimane dense di “umanità”, distanti anni luce dalla sua formzione provinciale e solida di uomo della campagna. Per una serie di coincidenze e scherzi del destino diventerà suo malgrado un attore principale dentro quella rappresentazione così estrema della vita.

Leggere questo romanzo è stato entusiasmante: una sensazione leggera, frizzante, l’appartenenza quasi fisica al mondo degli artisti della grande mela negli anni 40/50. Si entra in apnea nel Village e se ne esce cambiati. Le avventure che si susseguono, i personaggi che incontra il protagonista, le novità, le delusioni, tutto ci appartiene e diventa nostro.

Tanti sono gli aspetti caratteristici di Dawn Powell, dallo stile impeccabile alla feroce ironia, senza dimenticare la precisione nei tratti  distintivi, fisici e morali, dei suoi personaggi. In fondo è proprio lei che si mette a nudo attraverso quello che scrive e la sua biografia parla chiaro: è lei che va in cerca di fortuna nella grande città, lei che sopravvive barcamenandosi alla meglio, senza conoscere il grande successo. Ma è in fondo proprio la popolarità che dà la misura della riuscita? O non è forse segno di forza sapere di non essere scesi a compromessi, mantenedo salda la propria struttura morale? Come indicò Gore Vidal, grande sceneggiatore e sostenitore della Powell, diventare pop è un inferno per un aritsta.

Così leggendo il romanzo ci accorgiamo che il grande successo del pittore o del romanziere sono necessariamente il risultato di grandi rinunce personali e creative, di aggiustamenti di rotta, di patti con il gallerista di turno o con la moglie possessiva. Per contro, ciò che sembra alla prima impressione una sconfitta sul piano sociale, diventa una conquista a livello personale, il vecchio recensore dimenticato dagli editori conoscerà una nuova primavera quando saprà prendere coscienza della sua creatività. Ed è proprio per dimostrare questo teorema che il protagonista, proprio nel momento della sua massima potenzialità economica e sociale rischierà di perdere tutto quello che si era conquistato in termini umani e culturali: dovrà così fare un passo indietro, tornando l’uomo della provincia, e così chiudendo il cerchio.

A ben guardare la vera protagonista del romanzo è la grande città; la New York ubriaca di vita e provocante della metà del secolo scorso, la scenografia perfetta per un mondo sommerso (ma non troppo) di giovani spregiudicati in cerca della sacra scintilla dell’ispirazione, figure sempre sopra le righe come lo sfondo che le ospita e a volte le nasconde. Prorompe fortissima la personalità dell’autrice, che amò questa città e ne fu completamente assorbita; venne ricambiata nel suo amore poichè grazie a New York  Dawn Powell creò e donò al pubblico questi esempi di scrittura assolutamente eccelsa e unica.

Buona lettura e a rileggerci!

The Golden Spur
Dawn Powell,
Editore: Fazi Editore (collana Narrativa Straniera)
Dati: 2000, p. 293, € 13,00

Lucia Busca
Sono quella che legge due libri contemporaneamente, quella che ha l'e-reader, io piango quando la scrittura è bella, divento il protagonista del libro. Curiosa, tento di infilarmi in tutti i generi, scegliendo tra i grandi classici e osando nuovi autori. L'unica certezza che ho: non mi basterà questa vita per finire la mia lista dei desideri. "Io penso, disse Anna sfilandosi un guanto, che se ci sono tanti ingegni quante teste, ci sono tanti generi d'amore quanti cuori" (Anna Karenina)

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