L’aquila solitaria. New York-Parigi senza scalo, Charles A. Lindbergh

Alle sette e quaranta, infine, il motore venne avviato e, dieci minuti più tardi, cioè precisamente alle 7 e 52, decollavo per il mio volo verso Parigi. A causa della pioggia caduta durante la notte, il terreno del campo era piuttosto molle e l’apparecchio, sovraccarico, stentava a prendere velocità ma, non appena oltrepassato il segnale posto a metà del campo, mi apparve evidente che avrei potuto superare con facilità gli ostacoli che si trovavano all’estremità di questo. Passai, infatti, sopra un sentiero a quindici piedi d’altezza e sopra una linea telefonica a venti piedi, pur serbando ancora una discreta riserva di velocità, tanto che sono persuaso che il velivolo avrebbe potuto egualmente decollare da un campo in condizioni meno propizie e con un sovraccarico di altre cinquecento libbre di benzina.

Il libro è l’autobiografia di Charles Lindbergh, l’uomo che per primo, tra il 20 maggio ed il 21 maggio del 1927, sorvolò l’Oceano Atlantico partendo da New York e atterrando a Parigi a bordo del Spirit of Saint Louis.

Storia.
Leggenda, direi.

Le impressioni

Di quest’avventura io sapevo veramente poco.

Del volo eroico di Charles A.Lindbergh, della sua traversata dell’Atlantico, di questa incredibile (e folle) impresa, che gli permise di dimostrare che il volo poteva essere la risposta giusta, sapevo quel poco che si racconta nei libri. Spesso una data, un nome, un’azione. Punto. Da ricordare (quasi sempre) a memoria.
Ma di quella che era realmente la “storia” di quest’uomo, del suo monoplano Spirit of St.Louis, dell’entusiasmo, della puntigliosità e del coraggio con cui affrontò l’impresa, ma anche del suo acceso antisemitismo e del tragico episodio che lo coinvolse quando venne rapito e ucciso suo figlio, di tutto questo non sapevo proprio niente.

Affrontare questo libro mi è servito. Non che mi sia particolarmente piaciuto, anche perché lo stile è quello di una precisa elencazione dei fatti. Con doviziosità di particolari tecnici, anche. Ma è una storia. Scritta dal suo protagonista. E mi ha aiutato a capire, mi ha dato gli spunti giusti per iniziare a conoscere la persona che stava dietro a questa formidabile impresa. Una persona coraggiosa, con una grande passione, con idee e aspirazioni letteralmente ‘alte’, che hanno contribuito a rendere più facile la vita di tutti.

Ma quella che si legge nel libro era la stessa persona che non nascondeva assolutamente i suoi ideali nazisti e il suo disprezzo per gli ebrei. E questo ha giocato un po’ a suo sfavore, per quanto mi riguarda…

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L’aquila solitaria al cinema

Dal racconto dell’avventura di Lindbergh è stato tratto un film, uscito nel 1957, diretto da Billy Wilder e interpretato dal grande James Stewart: L’aquila solitaria (titolo originale: The Spirit of St. Louis)
Anche il rapimento del piccolo Lindbergh ha ispirato un film: Il caso Lindbergh, del 1976, diretto da Buzz Kulik e interpretato da Cliff De Young e Anthony Hopkins.
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L’aquila solitaria in letteratura

Ispirandosi anche alla storia di Lindbergh, Philiph Roth ha scritto Il complotto contro l’America, un romanzo fantapolitico che pone lo stesso Lindberg come aspirante alla presidenza degli Stati Uniti, che batte Franklin Roosevelt nelle elezioni del 1940 e porta l’America all’alleanza con la Germania Nazista.
[fonte: Wikipedia]

L’AQUILA SOLITARIA. NEW YORK-PARIGI SENZA SCALO
titolo originale: “We”
Milano, Arnoldo Mondadori, prima edizione 1967 (collana I Record)

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

2 COMMENTS

    • Grazie Lucia!
      Ci penso e ci ripenso: il libro non è che mi sia poi piaciuto, evidentemente. Non è un libro che coinvolge dal punto di vista della storia in sé, molto probabilmente perché è scritto in un modo poco ‘personale’ e molto ma molto obiettivo. Una fedele cronaca dei fatti, direi.
      Però è storia. Storia che porta con sé tutta una serie di considerazioni da fare. E devo dire che vale la pena farle, quelle considerazioni. Perché possono portare lontano… 🙂

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