Il mio “ruolo” di intervistatrice per caso iniziava a mancarmi.
E, puntuale come un orologio svizzero è arrivata per la sottoscritta un’altra possibilità e una nuova intervista.
Stavolta, a sopportare le mie domande non sempre serie è stata Vanessa Diffenbaugh, autrice de Il Linguaggio Segreto dei Fiori, presentato e recensito qualche giorno fa e la cui copia preziosa abbiamo messo in palio per i lettori di zebuk nel giveaway di questa settimana.
Si è trattato di un incontro telefonico piacevole (e ho scoperto anche di avere gusti letterari comuni con la nostra autrice).
Eccovi il resoconto di questa chiacchierata.
L’intervista
- Com’è nata l’idea di utilizzare il linguaggio dei fiori all’interno del suo romanzo? – Ho sempre amato molto il linguaggio dei fiori. All’età di 16 anni ho avuto modo di leggere Il dizionario illustrato dei fiori, di Kate Greenaway. La cosa che mi colpì è quest’idea, diffusa nell’Epoca Vittoriana che i fiori potessero nascondere un linguaggio segreto. Una cosa che, ai giorni nostri, è stata un pochino abbandonata. Quando ho creato il personaggio di Victoria ho pensato che potesse starle bene il fatto di comunicare con gli altri attraverso il linguaggio dei fiori.
- Victoria è cresciuta senza radici ed ha difficoltà ad instaurare legami con gli altri. Si è ispirata a qualcuno in particolare per creare un personaggio così complesso? Ci tengo a precisare che Victoria è un personaggio totalmente inventato e non si ispira ad una persona in particolare. Di certo, avendo avuto a che fare con molti bambini nel corso della mia vita, posso dire di aver attinto dalle mie esperienze con loro. In particolare c’è stata una bambina che, come Victoria, non aveva praticamente mai avuto contatti con la sua famiglia e che, addirittura, sul suo certificato di nascita aveva un numero anzichè un nome. Ha avuto molti affidi nel corso degli anni, durati tutti poco e anche lei, come Victoria, ha cambiato casa spesso e ha avuto difficoltà ad instaurare legami con gli altri.
- Nel delineare i personaggi presenti nel romanzo, ce n’è stato uno che le ha creato più difficoltà e, invece quello che ha sentito più vicino a lei e perchè? Mi piacciono tutti i personaggi che ho creato. Anche se, devo ammettere che nulla è facile da creare. In particolare, Il linguaggio segreto dei fiori ha richiesto 4 stesure differenti e ogni volta ciascun personaggio diventava più profondo e reale. Man mano che sono andata avanti anche entrare nella testa di Victoria è diventato più semplice. La reale difficoltà, per me, è stata quella di creare un equilibrio in un personaggio tanto complesso per far si che il lettore avesse voglia di continuare a leggere la sua storia.
- Se potesse descriversi attraverso i fiori, quali sceglierebbe? Allora, sicuramente sceglierei: il Biancospino, che vuol dire Speranza, il Muschio, che rappresenta l’amore materno. E una pianta che mi piace molto, il Liatris, il cui significato è Ci proverò ancora. Perchè uno dei miei punti di forza è che, quando mi do un obiettivo continuo a provare fino a che non l’ho raggiunto.
- Quanto l’ha influenzata la sua esperienza personale di affido nel costruire la storia narrata ne Il linguaggio segreto dei fiori? La risposta in questo caso è davvero molto semplice: Non avrei potuto scrivere questo libro senza la mia esperienza personale.
- Ha una sua routine quando scrive? Quando ho iniziato a scrivere questo romanzo i miei 2 figli erano molto piccoli. In più avevo anche 2 adolescenti da seguire. Quindi, essendo a tutti gli effetti una mamma a tempo pieno, i momenti da dedicare alla scrittura erano molto limitati. Ho cercato di ritagliarmi degli spazi tutti per me, nel pomeriggio, appena messi a dormire i più piccoli. E soprattutto la domenica, quando mio marito (che all’epoca era preside in una scuola ed era libero solo nel weekend) si occupava interamente dei ragazzi e io avevo tutto il giorno per dedicarmi al libro.
- Se potesse vivere un giorno nei panni del suo scrittore preferito, chi sceglierebbe e perchè? Non ho dubbi. Sceglierei sicuramente Toni Morrison. Perchè è semplicemente la scrittrice più brava che io conosca!
- Quale libri sta leggendo ora? La casa degli spiriti, di Isabel Allende.
- Un’ultima domanda: dal momento che lei ama molto i fiori mi domandavo se avesse anche la possibilità di coltivarli a casa. Mi piacerebbe davvero molto coltivare i miei fiori. Il problema è che, al momento, vivo in un appartamento a Cambridge, nel Massachusetts, molto piccolo, dove non ho lo spazio sufficiente per coltivare e tenere vasi. Vicino casa ho, però scovato un fiorista che è tra i più antichi di Cambridge. Ci vado ogni settimana per comprare fiori per me e per regarlarli ai miei cari.
Un grazie a Vanessa Diffenbaugh per questa piacevole chiacchierata…e come sempre, alla Garzanti per l’opportunità.
Uaoo! Brava!
Bellissima intervista! brava Silbi 🙂
La nostra “intervistatrice per caso” ha colpito ancora! 😀
Grazie a Vanessa e… sì, leggiamola ancora, Toni Morrison, che è piaciuta tanto anche a me!