Dopo aver letto entrambi i romanzi di Luigi Schettini (I delitti del faro e Giallo Zefferano), noi dello staff di Zebuk eravamo proprio curiosi di saperne di più su questo giovanissimo autore e gli abbiamo posto alcune domande tra il serio e il faceto. Domande alle quali ha risposto con una discreta ironia, svelando il lato “alternativo” di questo scrittore di gialli con un debole per le autopsie. 😉
Ecco com’è andata:
L’intervista a Luigi
- Chi è Luigi Schettini e quali sono le sue ambizioni? Luigi è un ragazzo con mille ambizioni e centinaia di sogni da realizzare. Uno scrittore che ha scelto come sua forma di sfogo il genere thriller, giallo, noir… anche con un pizzico d’horror, che non guasta mai. Appassionato del cinema e della letteratura di genere. Amante del brivido nonostante sia una persona piuttosto paurosa (in senso lato ovviamente :P)… Un giovane caratterizzato da un’infinita creatività: non solo nello scrivere ma anche nella danza hip hop, disciplina che insegna. Mi è un pò difficile trovare un solo aggettivo che definisca in pieno la personalità di Luigi Schettini. Mi risulta difficile inoltre capire per quale ragione continuo a rispondere a questa domanda utilizzando la 3° persona, come se il ragazzo in questione fosse estraneo a me. 🙂
- Parlami di Tiziano Savina e delle sue passioni. Quanto si somigliano lui e Luigi Schettini? Tiziano Savina non è altro che un semplice diciottenne, una personalità piuttosto comune alla cerchia di adolescenti che frequenta. Uno studente dai buoni profitti che frequenta un istituto romano e che si ritrova da un momento all’altro catapultato all’interno di un giro di morti agghiaccianti. Un ragazzo dal sesto senso molto spiccato, con un’infinita passione per tutto ciò che ha a che fare con l’investigazione; amante del genere legal thriller e della Cornwell…. un pò come me insomma. In realtà sono svariati i punti che mi accomunano a Tiziano Savina, a cominciare dai luoghi in cui vive e in cui bazzica… Frequenta il mio stesso ex-istituto… ha gran parte dei miei vizi ( a parte il fumo) e delle mie abitudini. Ma ci tengo a precisare che non siamo affatto la stessa persona. Lui è molto più coraggioso di me. Io amo scrivere del rischio… lui lo vive. Io personalmente, a differenza sua, non mi intrufolerei mai in un obitorio di soppiatto per sbirciare il medico legale che pratica un esame autoptico. Però senz’altro lo identifico come il mio alter ego… una personalità a cui vorrei aspirare, che potrebbe completarmi in meglio.
- Thomas Sermon o Tiziano Savina (protagonisti rispettivamente di “I delitti del faro” e “Giallo zafferano”)? E’ quasi impossibile fare una cernita fra i due. Sono i miei due “figli”. Anche se ovviamente è naturale che io mi senta più legato a Tom Sermon, poichè è stato il protagonista del mio primo libro. A mio avviso i due personaggi si equivalgono, anche se vivono in due situazioni differenti… in due età differenti… in due realtà differenti. Tom Sermon più fittizio… Tiziano Savina più reale. Il primo un investigatore già assodato… il secondo un “apprendista”. Il primo pluri-laureato e dottore brillante… il secondo un liceale autodidatta, con la passione per l’investigazione scovata nei libri di narrativa. Nei miei prossimi romanzi tornernanno entrambi a vivere le loro avventure, ma non escludo che, prima o poi, in futuro, possano incontrarsi e collaborare insieme ad un caso. In tal caso ciò significherebbe la loro fusione definitva… un’unione già presente tutt’ora che a qualche attento lettore non è sfuggita: le iniziali di entrambi ,T. S., non sono messe lì a caso😉
- Lo scarafaggio spiattellato: Citazione dotta o paura reale? Ecco uno dei punti che mi accomunano a Tiziano Savina: l’entomofobia, ovvero la paura degli insetti. Per quanto mi riguarda si tratta di una fobia che in gran parte ho superato. Per il momento si limita solo ad esseri come ragni e api (o vespe). In Tiziano Savina questa fobia è molto più esagerata… esasperata. Forse è stato un modo per sentirmi superiore a lui, più forte e coraggioso. D’altronde la sua paura supera di gran lunga la mia. Credetemi, questo giochetto funziona 😉
- Ho notato che nelle descrizioni dei tuoi personaggi spesso ti soffermi su particolari come accessori e abbigliamento. Sei una fashion victim o è una scelta stilistica precisa? Mi piace molto la moda ma non sono una fashion victim. I miei personaggi sono curati nell’aspetto e nell’abbigliamento, nei minimi dettagli. Sicuramente Tom Sermon lo è molto di più (lui si che è una fashion victim), ma andando avanti nei miei romanzi anche questo aspetto va a scemare. Amo descrivere molti particolari in modo da concedere al lettore una visione più reale della situazione, come se stesse guardando un film, come se potesse vedere con i propri occhi quello che sto descrivendo. Nei miei primi due romanzi (nel primo soprattutto) le descrizioni giocano un ruolo fondamentale. Ma, devo essere sincero, non so se continuerò ad essere così minuzioso in futuro: ho capito che questa forma il più delle volte stanca il lettore e… anche lo scrittore 😀
- Sempre a proposito di descrizioni a chi ti ispiri? Beh, senz’altro a Stephen King. Penso che sia lo scrittore horror più descrittivo in assoluto. Ricordo ancora quando lessi (nel suo libro “It”) di un paio di fiocchetti indossati da una protagonista, dei quali si sapeva il colore, il materiale, il negozio in cui erano stati acquistati e persino il loro prezzo di vendita scontato. Dopo svariati anni questo particolare bizzarro ancora mi risuona nella testa.
- Ho letto che sei un appassionato di P. Cornwell , quale suo libro consiglieresti per iniziare? E domanda classica di zebuk quali sono i tuoi libri del cuore e quelli sul comodino? Sì, è vero, adoro la Cornwell. E questa passione è nata dopo aver curiosato nella biblioteca di mia sorella e aver dato uno sguardo alla trama di un libro polveroso, in versione tascabile, intitolato Postmortem. Da lì ho iniziato a scaricare da internet la sua bibliografia in ordine cronologico e a comprare pian piano ogni libro, fino all’ultimo uscito un mese fa. A mio avviso i suoi romanzi più belli sono Quel che rimane e La fabbrica dei corpi, però è inevitabile che si inizi dal primo (ovvero, Postmortem) per seguire in modo più omogeneo tutte le fasi della vita dell’anatomopatologa più famosa del mondo, Kay Scarpetta. I miei libri del cuore? Credetemi sono davvero tanti e mi è difficile fare una carrellata veloce. Senz’altro potrei nominare Misery, Dolores Claiborne e It di Stephen King, Dracula di Bram Stoker, Nei boschi eterni di Fred Vargas, Io Uccido di Faletti, Il Codice Da Vinci e Angeli e Demoni di Dan Brown. E i romanzi di una scrittrice che ho scoperto questi ultimi due anni, Sharon Bolton e che apprezzo davvero molto. Il suo genere è straordinario e consiglio vivamente i suoi libri agli amanti della suspense e del thriller mozzafiato (Sacrificio, Il risveglio, Raccolto di Sangue). Per ora il mio libro sul comodino è Autopsia Virtuale, l’ultimo lavoro di Patricia Cornwell.
- Se potessi vivere per un giorno nei panni di un personaggio letterario chi sceglieresti e perchè? Mi piacerebbe essere una Kay Scarpetta al maschile. Avere il suo coraggio nel lavorare a contatto con i morti, pazienti silenziosi che non si lamentano del proprio patologo, per scrutarli nel loro profondo al fine di captare maggiori indizi possibili e utili per stanare i sadici responsabili che hanno fatto in modo che giacessero sul tavolo d’acciaio dell’obitorio.
- Mi descrivi il tuo assassino perfetto? L’assassino perfetto è quello che non ti aspetteresti mai. Quello che apparentemente non nuoce neanche ad una mosca. Quello che ti è sempre vicino e sembra consigliarti per il meglio. Quello che usa la testa prima del corpo. Quello che ti rassicura. Quello che a prima vista sembrerebbe innocuo… magari con gli occhi chiari. Il più delle volte è uno scrittore… di gialli, possibilmente. L’assassino perfetto… sono IO! muahaha (risata diabolica) 🙂
Un ringraziamento a Luigi per la disponibilità e l’ironia e, mi raccomando: guardatevi le spalle…non si sa mai!!
… che ansia mi avete fatto venire… 😐
Io che con questo genere ho un rapporto molto… ehm “particolare”… son qui che tremo…
Complimenti per l’intervista a Luigi e alla nostra Elisa! Tanti suggerimenti per chi è ancora alle prime armi con gialli, thriller e via dicendo, un bel pizzico di simpatia che non guasta mai e… Luigi… mi hai terrorizzato con quella cosa dei fiocchetti… 😉
Complimenti alla Elisa per le domande e a Luigi per le pronte risposte…..ma…”libro polveroso”…a chi? (io spolvero SEMPRE, tztztztz….) 🙂
ahahah… 😀
A proposito: tra i libri polverosissimi della mia libreria (che io invece, x certi lavori latito che è una meraviglia) mi è capitato tra le mani “Al buio” della vostra Cornwell. Devo mica leggerlo?
non è che DEVI fare una cosa come se avessi puntata la pistola dietro la schiena….ma se ti va…magari poi puoi dire cosa ne pensi 😉
No! non farlo… non l’ho letto neanche io… ahahah non appartiene alla saga di Kay Scarpetta. Le altre saghe della Cornwell non mi piacciono 😉
Che bella intervista ! 🙂 “l’entomofobia, ovvero la paura degli insetti. Per quanto mi riguarda si tratta di una fobia che in gran parte ho superato….. L’assassino perfetto… sono IO! muahaha” non dategli retta..l’ho visto scappare in preda al panico-schifo difronte ad una ciliegia con ospite indesiderato, un vermetto di pochi millimetri..nemmeno fosse un boa constrictor 😉 nn sarà un killer spietato (menomale) ma è un bravo scrittore e si sfoga trasmettendo tutta la paura e l’ansia a noi 🙂
e come potrei non concordare (soprattutto sulla prima parte hehehehe…che poi, parlo io…)? 🙂
Oh grazie ragassuole e grazie alla Silbi che mi ha dato una gran mano … Pole anch’io ho un rapporto contorto con il thriller , tipo King lo devo leggere solo di giorno 😉 , ma il libro di Luigi non fà così paura dai …