Anni verdi, Archibald Joseph Cronin

Una campana di cristallo risuonava nella notte, così vera, così dolce che io trattenni il respiro. Chiusi gli occhi e vidi la cantante, non la bimba con cui avevo spesso giocato, ma una ragazza ormai grande, dall’andatura non più infantilmente impetuosa, ma calma e riservata e come cosciente di una nuova dignità germogliata in lei. La vedevo mentre, in quel fantastico giorno, sei mesi prima, veniva fuori dallo spogliatoio lungo il corridoio della scuola, con altre ragazze; portando il suo corto vestito di cotone blu marino, con le bretelle incrociate sulla blusa bianca, le gambe lunghe e sode dentro le calze nere, i piedi calzati dalle scarpe da ginnastica nere, alquanto infangate. (…) Ma improvvisamente mentre mi addossavo cortesemente al muro per far posto al gruppo che avanzava, Alison, parlando ancora con le compagne, alzò la mano verso gli scuri capelli raccolti sul suo collo sottile, modellando con quel gesto i suoi seni acerbi, e nello stesso tempo mentre mi passava accanto, con la pelle accaldata per il recente esercizio, i suoi occhi di un castano scuro mi sorrisero dolcemente e amichevolmente. Dio mio, che mi accadde tutto ad un tratto per via di quella divina creatura che finora avevo praticamente ignorata? Ondate di calore fluirono dentro di me, mentre mi appoggiavo stordito eppure estasiato, contro il muro del corridoio deserto, rimanendovi per lungo tempo ancora dopo che essa se ne fu andata.

Perdonatemi il lungo brano riportato. Davvero, perdonatemi.

Però ora ditemi: chi di voi, leggendo, non si è sentito trasportato nel tempo fino al giorno in cui ha vissuto la stessa esperienza di Roberto? Chi non ha sorriso nel leggere la descrizione precisa e puntigliosa del vestito, delle calze, della blusa e non ha pensato che ricorda alla stessa maniera, nei minimi dettagli come fosse vestito il suo primo amore, che profumo avesse, che musica ci fosse nell’aria, quel preciso giorno? Chi non si è sentito avvampare mentre Alison dava vita a quel sorriso?

Archibald Joseph Cronin è stata una vera e propria novità per me, sebbene si tratti di un autore piuttosto datato. E devo ammettere che mi ci è voluto un po’ per capire se il mio rapporto con lui fosse di quelli da coltivare o meno. Perché ultimamente mi sono buttata su altri generi e questa genuinità l’avevo un po’ persa per la via, a dire il vero.
Sì, genuina mi sembra il termine migliore per descrivere la scrittura (e i contenuti, anche) del nostro caro autore. Genuina ma non per questo non bella. Genuina ma non per questo poco invitante. Diciamo che è come provare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, senza malizie e senza doppi sensi. O almeno, questo è l’effetto che mi ha fatto leggere questo libro.

Anni verdi (il titolo originale è The Green Years) è un romanzo del 1944: un altro mondo. Una storia di povertà e di valori, una storia di amore e di crescita.

Anche un romanzo di formazione, direi, dato che il racconto parla proprio della vita di un ragazzino, Roberto, che dopo la morte dei genitori viene accolto in casa dei nonni, dove si vive ‘tirando la cinghia’ e risparmiando al limite dell’incoscienza (e siamo in Scozia, sì, e gli scozzesi son famosi per questo!)

Anni verdi, perché si racconta dell’adolescenza di un ragazzino irlandese, ma anche perché si racconta della sua passione per il mondo della scienza (affascinanti le descrizioni delle avventure col migliore amico in giro per le campagne, in cerca di nidi e di uova di uccelli). Anni verdi anche perché Roberto, per un certo periodo, è costretto a indossare una divisa verde, confezionata proprio per lui dalla nonna: quante prese in giro per quella orrenda divisa, quanti scherzi da parte degli amici, quante piccole sofferenze per chi vuole sentirsi ‘parte del gruppo’… ma anche questa è una storia che tutti noi conosciamo bene, no? Chi non ha mai avuto un cruccio, un motivo per cui sentirsi preso di mira dai coetanei?

Unico personaggio a dare man forte a Roberto è il bisnonno, tipo ‘strano’ e bislacco, ma sempre pronto a tirar fuori energia e grinta al momento giusto (e famoso e alquanto criticato per le sue avventure ‘galanti’… ;)): sarà il bisnonno, brontolone bizzarro, ma con quel bel sorriso sotto i baffi, a guidare Roberto nel passaggio dall’adolescenza alla maturità.

Dal romanzo è stato tratto un film nel 1946, candidato all’Oscar, che sarei davvero curiosa di vedere… 🙂

Anni verdi
Archibald Joseph Cronin
Bompiani (collana I grandi tascabili), 2002, pag. 426, € 9,90
ISBN-13: 978-8845250859

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polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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