
Il 31 dicembre del 1918 a Bottanuco, in circostanze misteriose, moriva Vincenzo Verzeni, meglio conosciuto come “il vampiro della bergamasca” o “lo strangolatore di donne”. Fu uno dei più sanguinari serial killer e per anni seminò morte e terrore nelle campagne del suo paese dove era nato l’11 aprile del 1849. Cesare Lombroso, studioso di fama internazionale e “padre” della frenologia, durante il processo a suo carico, non esitò a definirlo “un sadico sessuale, vampiro, divoratore di carne umana”. Novantasei anni dopo, in una moderna Milano proiettata verso il futuro Expo, Neri Pisani Dossi, classe 1954, uno dei più illustri antiquari milanesi, di stirpe patrizia, discendente del famoso scrittore Carlo Alberto Pisani Dossi, con un burrascoso passato da sanbabilino alle spalle, si ritrova a fare i conti con la terrificante eredità lasciata dal Verzeni. Un oggetto che ha attraversato quasi un secolo di storia, per il quale alcuni sono disposti ad uccidere pur di averlo, finirà in possesso di Neri cambiando per sempre la sua vita. (Fratelli Frilli editori)
Per la seconda volta nel giro di poco tempo mi ritrovo il Lombroso in un romanzo , ma se nel libro di Vitali l’atmosfera era piuttosto giocosa nonostante i delitti in sottofondo, qui è decisamente cupa, gli omicidi sono efferati e l’ombra della magia nera stende un velo di inquietudine su tutte le vicende.
La figura dell’antiquario è allo stesso tempo affascinante e “antipatica, le ombre di un passato controverso, il cinismo che a tratti pare una corazza lo rendono a volte un po misogino, ma d’altro canto la sua ironia sottile e alcuni gesti “umani” inaspettati ce lo fanno apprezzare e stemperano la cupezza del racconto.
Non manca un pizzico di pepe nella parte riguardante le avventure sadomaso del protagonista, ma sempre fine alla narrazione e senza esagerazioni.
Sullo sfondo la descrizione di una Milano reale, con i suoi locali e i negozi, una Milano che mi piacerebbe conoscere.
Via del Carmine, specie nel tratto prossimo a via Brera, era una strada solitaria in cui si incrociavano poche persone e questo a Neri piaceva molto. Certe sere si poteva avere l’impressione di trovarsi in una città completamente abbandonata, se non fosse stato per le luci che filtravano dalle finestre dei palazzi antichi e signorili.
L’antiquario di Brera
Edmondo I. Ferrario
Fratelli Frilli Editore, 2015, p. 384, €. 10,63
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mmm… questa Milano che non conosciamo mi piace proprio, sempre di più! 🙂