
E se lasciava quell’impegno, non avrebbe più avuto valide scuse per allontanarsi durante quelle interminabili vacanze. Del resto era questa la sorte che la mentalità inglese vittoriana assegnava alle donne nubili. Per un secondo Sid provò a immaginarsi Rachel sposata, e perciò libera da quella sorte meschina, ma il pensiero che qualcun altro – un uomo – la toccasse le risultava ancora più insopportabile.
La morale vittoriana. Ne conoscete i temi e gli argomenti? Solo a leggerle, certe cose, mi viene l’orticaria. I fanatismi sono orrendi a qualsiasi latitudine. Non si parla solo di condizione sociale delle donne nella saga della famiglia Cazalet, ma di molto altro: le gabbie del conformismo e dell’attaccamento rigido e insensato a certi codici tradizionali, i pensieri e i sentimenti degli uomini e delle donne negli anni 30 del Novecento in Inghilterra, il lavoro, la vita leggera di chi ha una posizione sociale importante, i problemi di coppia, i segreti e le ombre.
Poi c’è il mondo fuori, quello esterno al clan familiare, quello che comprende il mondo intero e l’ombra della guerra che si insinua lugubre nei pensieri e nelle azioni di tutti, bambini compresi.
Un bel leggere, questa storia: intrecci vivi, di cui si riesce sempre a seguire il filo, nonostante il peso materiale del libro. Personaggi che ti rimangono nel cuore con i loro pregi ma soprattutto con i difetti. Perché, diciamocela tutta: molti di noi si riconoscono soprattutto nei difetti descritti negli altri, vero? A me è successo, con la storia scritta da Jane Howard (così come voleva farsi chiamare), moglie e matrigna dei più famosi Kingsley Amis e Martin Amis.
Se c’è una nota da fare alla saga – ma ne prendo atto solo a fine lettura, e questo vuol certo dire qualcosa – è che accadono cose piuttosto gravi, che però sembrano dissolversi lungo le pagine, senza colpire troppo forte con le parole e le immagini che evocano. Una violenza sessuale non può passare così inosservata, la morte di una figlia appena nata non può non fare danni pesanti nella mente di una madre. Oppure è anche questo dovuto alla suddetta morale?
Rimane un invito, convinto: quello di provare a leggere questo libro. Perché la leggerezza del titolo si sente tutta quanta, perché vivere il quotidiano di un’epoca passata come se davvero foste lì con i personaggi della storia è piacevole e istruttivo da diversi punti di vista, perché leggere i sentimenti dell’altro – chiunque sia l’altro – è sempre un esercizio utile.
p.s.: e poi vediamo se avete colto quel particolare nella citazione, non si tratta di un refuso. È la nota più interessante della storia, a mio parere… 😉
Gli anni della leggerezza
Elizabeth Jane Howard
Fazi Editore (collana Le strade), 2015, pag. , € 18,50
ISBN: 9788876255564
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