
«Maravan! Sifone!».
Maravan posò il coltello affilato vicino alle verdure a striscioline, andò all’armadio riscaldato, tirò fuori il sifone di acciaio inossidabile e lo portò ad Anton Fink.
Nel contenitore caldo c’era il composto per lo zabaione all’aglio orsino da abbinare ai filetti di sgombro marinati.
Quanto amo i libri che raccontano le cucine! Amo l’atmosfera che vi si respira, che siano cucine di casa – con i loro rumori quotidiani, con il mix di profumi e presenze, dal bambino che fa i compiti al gatto che vorrebbe assaggiare – o cucine da ristorante – con la brigata che si muove veloce e pulita tra pentole e fornelli e piatti che devono essere perfetti – non importa: la cucina è un cuore pulsante, comunque essa sia. Siete d’accordo con me?
La recensione di Il talento del cuoco, Martin Suter
Era affascinato dai procedimenti con cui semplici prodotti grezzi venivano trasformati in qualcosa di completamente diverso. Qualcosa che non solo si poteva mangiare, che saziava e nutriva, ma che addirittura… rendeva felici
Più che una ricetta letteraria da proporre (nella quale mi cimenterò, promesso) un libro come Il talento del cuoco aveva prima bisogno di una recensione vera e propria. Si tratta di un romanzo che a prima lettura non rende a tutti la stessa sensazione: direi che per amarlo subito si debba essere patiti della cucina e della passione per la cucina.
Ma non solo.
Il talento del cuoco è anche una storia di guerra, di senso di impotenza di fronte alla violenza, di culture diverse a confronto, di passione, di amore.
Amore in più di un senso.
Lo stile è molto scorrevole – Martin Suter è un autore che mi ha incuriosito parecchio – ma alcuni potranno notare nel suo romanzo una apparente dispersione su particolari che non paiono fondamentali. Lo sono però per i protagonisti, e questo è quello che conta.
Provate a leggerlo, immergetevi nel Love Food creato dalle abili mani di Maravan, annusate gli aromi della sua terra e quelli che inventa per i suoi clienti, e poi tornate qui a raccontarci cosa avete provato!
Il mio parere su Il talento del cuoco, Martin Suter
Quando lei buttava nell’olio di cocco bollente nove foglie di curry provenienti dalle piante che crescevano davanti alla piccola cucina, nell’aria si diffondeva un profumo che Maravan voleva portare con sé il più a lungo possibile.
Proprio come il profumo della cannella. «Usane sempre in abbondanza» diceva Nangay. «Oltre a essere profumata, ha anche un buon sapore. Disinfetta e favorisce la digestione, inoltre si trova dappertutto e costa poco»
Nangay, prozia adorata di Maravan, gli ha insegnato come trasmettere l’amore ai suoi piatti. Gli ha fatto scoprire la magia della cucina e gli incantesimi più efficaci per creare meraviglia e stupore. Gli ha dato un dono grandissimo, sviluppando il suo istinto prezioso per profumi e sapori.
A tratti mi è parso di tornare a leggere la mia amata Tita di Dolce come il cioccolato (con uno stile completamente diverso ma con emozioni e sensazioni trasmesse con identica intensità), di assistere in diretta alla preparazione posata e concentrata di piatti elaborati e distillati fino a ridursi all’essenza: rituali lenti e dosati, grani di pepe staccati uno alla volta, come se il tempo si fermasse per osservare e respirare, profumi che all’improvviso si sprigionano ovunque, emozioni che si sbloccano grazie al potere delle spezie e dell’amore trasmesso.
Una sensazione piacevolissima che cercherò di riprodurre, anche se non sono sicura di esserne capace: Maravan ha una passione così intensa, così densa, che si trasforma in erotismo allo stato puro, fino a sentirne il profumo. E infatti…
Si mise al lavoro quella sera stessa. Staccò i granelli di pepe lungo, rimosse i semi del peperoncino del Kashmir essiccati, dosò il pepe nero e i semi di cardamomo, cumino, finocchio, fieno greco, coriandolo e senape, pelò le radici di curcuma, spezzò le stecche di cannella e, una cosa per volta, tostò tutto nella padella di ferro finché i profumi non si sprigionarono completamente.
Il talento del cuoco
Martin Suter
Sellerio Editore Palermo (collana Il contesto), 2012, pag. 333, € 16,00
ISBN: 978-8838927492