Noi ci esprimiamo in quanto creature vive, noi parliamo con lo specifico fine di migliorarci l’esistenza. Potremmo dire che il nostro bisogno di condividere è pari a quello di nutrirci: non saremmo uomini senza raccontare. Cosa c’è dunque di male se da ogni racconto nasce una parola? Non è in fondo un modo di ricordare, ovvero di sigillare l’esperienza del passato in un monito per il futuro?
Ultimamente mi sto dedicando sempre più spesso a libri che spingono a riflettere su se stessi, a guardarsi dentro, a riscoprire le emozioni. Dizionario inesistente fa parte di questo filone, per quanto mi riguarda: un catalogo di “umanissime sfumature delle nostre emozioni”, ecco il modo migliore per definirlo!
La recensione di Dizionario inesistente, Stefano Massini
Parksiano – agg. Derivato da Rosa Parks (1913 – 2005) – Si definisce così una conquista memorabile, per sé o per gli altri, nata tuttavia da un piccolo gesto, da un qualsiasi dettaglio che ci sveli un tratto di insostenibilità della nostra situazione.
Stefano Massini è uno tra i più acclamati drammaturghi italiani, autore del romanzo L’interpretatore dei sogni (Mondadori, 2017) e del celebre Qualcosa sui Lehman (Mondadori, 2016), libro che è stato portato in scena sotto la regia di Luca Ronconi e con il quale ha ricevuto importanti riconoscimenti (premio Selezione Campiello, premio SuperMondello, premio De Sica e il Prix Médicis e il Prix Meilleur Livre Étranger in Francia).
La sua scrittura è scorrevole e chiara, molto coinvolgente, perché tocca i tasti giusti dell’emozione. Vi sorprenderete a scoprire retroscena e episodi dimenticati della vita di personaggi più o meno noti, dalle storie dei quali Stefano Massini ha inventato 21 parole nuove, che sono necessarie per descrivere determinati stati d’animo che prima di oggi non avevano un nome: birismo (da László Biró, inventore della penna a sfera), mapuchare (dai guerriglieri cileni Mapuche), caransèbico, henriettitudine, alfonsinità, faradiano… e così via, alla scoperta di storie e racconti e emozioni da definire.
Il mio parere su Dizionario inesistente, Stefano Massini
Birismo – Sostantivo maschile. Derivato da László József Biró (1899-1985) – Indica lo stato d’animo di chi si sente vicinissimo a ottenere la vita che meritava e voleva. Ma nonostante questo, rimarrà sempre come una nave fuori dal porto.
Quando i miei bimbi hanno iniziato a dire le loro prime parole ho costruito per loro un Sofiabolario e un Matteobolario, per raccogliere i loro modi di dire, le parole, le emozioni e i gesti abbinati ai loro primi tentativi di parlare. Il Dizionario inesistente di Stefano Massini me li ha ricordati e ha rievocato l’emozione di quei giorni e tutte le sensazioni legate a quel periodo.
Leggendo mi sono ritrovata in molti di quegli stati d’animo: il birismo è uno di questi. E poi c’è quel mio essere un po’ faradiana. E allora via a fare un po’ d’introspezione, a capire se questo mio birismo dipenda da una certa non altissima autostima, forse, oppure ad “una provata incapacità di gestire le proprie capacità”, i propri talenti. E i miei momenti parksiani? Da cosa dipendono? Come fare ad aumentare il loro numero e la loro frequenza? E con il Dottismo, come la mettiamo?
Un modo di pensare un po’ a sé, di approfondire certi aspetti del proprio carattere e della propria vita che altrimenti sarebbero passati inosservati, non avendo avuto (finora) un modo chiaro di definirli. Una lettura stimolante.
Dizionario inesistente
Stefano Massini
Mondadori (collana: Scrittori italiani e stranieri), 2018, pag. 211
ISBN-13: 978-8804708735