
Viveva una volta, negli Stati Uniti d’America, presso una serie di indirizzi temporanei, un uomo itinerante originario dell’India, di età avanzata e dalle facoltà intellettive in declino, che a causa della sua passione per i programmi televisivi più insulsi aveva trascorso troppo tempo davanti allo schermo nella luce gialla di squallide stanze di motel fino a riportare, per questo, danni cerebrali di un tipo molto particolare.
Amo tanto la storia di Don Chisciotte, amo la sua follia e la sua testardaggine, amo i suoi compagni di ventura e i suoi amori… Questo Quichotte, di Salman Rushdie, ne è una versione riveduta e corretta che niente ha da invidiare al suo avo.
La recensione di Quichotte, Salman Rushdie
Fu così che si decise. Si alzò dal letto nel suo pigiama a strisce – molto più rapidamente di quanto intendesse fare – e batté addirittura le mani. Sì! Sarebbe stato quello lo pseudonimo con cui avrebbe firmato le sue lettere d’amore. Per lei sarebbe stato Quichotte, l’intraprendente cavaliere. Sarebbe stato Lancillotto, e lei Ginevra, e l’avrebbe portata via, nel suo castello di Joyous Gard. Sarebbe stato – per citare i Racconti di Canterbury – il suo vero, perfetto, gentil cavaliere.
Una storia al limite di ogni immaginazione. Un Gip nel televisore per adulti (me lo ha ricordato in quel suo perdersi dietro ai racconti dello schermo televisivo, che a volte rischiano di diventare anche per noi un pochino troppo reali…) che subisce danni cerebrali molto particolari e si perde in un mondo altro, fatto dei personaggi di più storie fantastiche, dal Don Chisciotte ad un certo Pinocchio (un po’ lo ricorda il suo Sancho, non del tutto umano), riprendendo anche storie della tradizione indiana, poemi persiani e via così.
Il nostro Quichotte si innamora di una Dulcinea (stavolta bionda star della tv, Miss Salma) da cui è convinto debba esser corrisposto, e si inventa un Sancho, figlio ideale e idealizzato, da sfruttare come fedele servitore durante il suo girovagare. Non si può raccontar la trama, che è assolutamente inverosimile e piacevolissima: Quichotte deve farsi leggere. Anzi, il lettore deve abbandonare ogni suo impegno e tuffarsi in questo mondo picaresco, perché dietro a Quichotte scoprirà un altro protagonista (autore? scrittore? vittima?) e poi molte verità nascoste, storie inventate e storie che inventano nuove realtà.
Un mondo immaginario che si mescola continuamente col reale, fino a far perdere completamente la cognizione di tempo e spazio, realtà e fantasia, a chi lo vive:
… a volte si scopriva incapace di distinguere la realtà dal reality, e aveva cominciato a considerarsi cittadino naturalizzato di quel mondo immaginario al di là dello schermo a cui era così devoto […], come una Dorothy dei giorni nostri che mediti di trasferirsi in pianta stabile a Oz.
Da leggere, per perdersi (o ritrovarsi?) nel mondo di Oz, o forse – il che è più facile e verosimile, a volte – nel mondo che ci circonda oggi.
Quichotte
Salman Rushdie
Mondadori, 2020, pag. 456, € 22,00
ISBN: 978-8804722403