
Le persone sveglie, pompose, o semplicemente sfacciate occupavano tutti i posti migliori con facilità, e non c’è giustizia universale che tenga laddove si dispiegano gomiti forti e un altrettanto forte, incrollabile amor proprio. Mentre Ogarëv si arrovellava in serie e tormentate riflessioni sul suo diritto a dire la propria e a meritarsi l’ascolto altrui, più in là si faceva già strada qualcun altro incapace di dubitare per principio e quindi felice, Dio, felicissimo. Sicuro di sé. Di essere intelligente. Il migliore. L’unico al mondo.
La fioritura massima di questa stupidità spudorata è coincisa con la fioritura massima dei social network. In realtà, una cosa ha generato l’altra, o meglio, una cosa ha parassitato l’altra, ha banchettato festosamente sulla sua carogna: milioni di minuscoli piedistalli, da dove , a squarciagola e i punta di piedi, sbraitano milioni di Napoleoncini pieni di sé.
La recensione di Malia d’Italia, Marina Stepnova
Ivan Sergeevič Ogarëv, un uomo normale, un medico normale, russo che più russo non si può, cresciuto nella grigia periferia di Mosca con tutti i crismi, gli stereotipi e le rigidità del comunismo russo anni ottanta.
L’infanzia di Ogarëv è segnata dal rapporto col padre che fa sentire delle nullità sia il ragazzo che la madre completamente asservita al marito.
Ivan Sergeevič cresce e intraprende prima la carriera militare dove la rigidità assorbita nella sua infanzia moscovita ha pieno sfogo e poi decide di fare il medico.
Incontra Anja, la segretaria dello studio medico in cui lavora, che ha lo strano talento di riconoscere i pazzi e un tentativo fallito alle spalle di diventare medico.
La sua vita si illumina all’improvviso quando nel suo studio medico entra Malja una ragazza molto più giovane di lui che gli stravolgerà la vita.
Il mio parere su Malia d’Italia, Marina Stepnova
In Malia d’Italia l’autrice Marina Stepnova, attraverso la vita di Ogarëv, ci racconta gli ultimi quarant’anni di storia della Russia, una nazione relativamente vicina ma tanto misteriosa per noi Europei.
All’inizio del romanzo la narrazione è talmente strana da risultare angosciante, si ha l’impressione di immergersi nel grigiume della vita del protagonista e delle strade di Mosca.
Poi arriva Malja con la sua giovinezza e la sua luminosità, ma sarà davvero solo luce ?
E non parliamone più, d’accordo?
Quella frase, anzi quella frasetta – quel nonparliamonepiudaccordo – spuntò inaspettata , e Ogarëv , nell’epicentro della sua immensa felicità, d’un tratto provò un’inquietante, anzi pericolosa sensazione di freddo. Malja era un libro molto avvincente in cui decine di pagine – decine! – erano state o strappate , o imbrattate al punto che sotto i marcati scarabocchi violacei si riuscivano a distinguere soltanto poche parole, da cui non si ricavava il minimo significato.
Malia d’Italia
Marina Stepnova
Voland, 2020, p. 286, €. 17,00