Nient’altro che ossa, Brian Panowich

“Dico solo che la vita quassù non è per tutti. Questa montagne? Questa terra? Non è solo roccia e suolo. È una cosa viva, che respira. E quando ha fame? Mangia la carne tenera e non lascia nient’altro che ossa. Figlio, ci sono ossa su tutta questa montagna, intorno a te, fino a dove riesci a vedere. Probabilmente sottoterra ci sono più ossa che vermi. Diavolo, persino quelli nati e cresciuti qui si ritrovano nelle fauci della bestia. È la vita. Succede e basta. Nessuno ci può fare nulla. Alcuni danno per scontato questo posto. Finiscono a gambe all’aria. E poi, be’, a volte capitano degli incidenti”.

La recensione di Nient’altro che ossa di Brian Panowich

Padre violento e madre morta, Nelson, anche se grande e grosso, è bullizzato dai suoi coetanei e un pomeriggio l’ennesimo scontro sfocia in tragedia. Il ragazzo, per difendere un’amica, picchia selvaggiamente uno degli assalitori. Pur di salvarlo dalla prigione i suoi amici decidono di chiedere aiuto a Gareth Burroughs capo indiscusso di Bull Mountain.

Gareth arriva e sistema tutto ma come sa bene Clayton, amico di Nelson e figlio di Gareth, a Bull Mountain tutto ha un prezzo e i favori si ripagano per la vita.

Dopo qualche anno Nelson, che ormai si fa chiamare Nails, è uno degli scagnozzi più fidati di Gareth. Mentre è in uno dei locali gestiti da Burroughs uccide un uomo ed è costretto a fuggire in Florida. Viaggia con Dallas una ragazza in fuga esattamente come lui.

Lungo la statale che conduce a Jacksonville si intrecciano le vite di Nails, Dallas e di Clayton sulle tracce dell’amico nel disperato tentativo di salvarlo da sé stesso e dal debito nei confronti dei Burroughs.

La mia opinione su Nient’altro che ossa di Brian Panowich

Antecedente cronologicamente agli altri volumi che compongono la serie di Bull Mountain ma ultimo per uscita, Nient’altro che ossa è un romanzo che esplora il noir da un punto di vista molto particolare. Di violenza, patti di sangue, dinastie del crimine il libro è pieno ma ciò che colpisce è l’attenzione data alle relazioni tra i personaggi e il lieto fine che non è sempre scontato in questo genere.

Brian Panowich sceglie di raccontare la storia di un emarginato che il crimine ha trasformato in un assassino e che però non esita a rischiare tutto per salvare i più deboli. Insieme a Nails troviamo Clayton che convive da sempre con il peso della famiglia a cui non sente di appartenere. Clayton è il classico bravo ragazzo che non ha nessuna intenzione di seguire le orme paterne ma che al contempo conosce troppo bene Bull Mountain e Gareth Burroughs per non sapere che nulla è gratis a questo mondo.

Eppure Brian Panowich ci dice che la famiglia non è per forza quella che la sorte ci ha assegnato: la famiglia si può anche scegliere, gli affetti veri e profondi di cui ci circondiamo rappresentano il nostro porto sicuro . E così se Clayton si affranca definitivamente dal crimine, Nails scopre che è meglio pagare il debito con la giustizia che vivere in fuga e morire per rimanere fedeli a chi un tempo ci ha protetto.

Nient’altro che ossa è un romanzo incalzante che si legge velocemente e che regala una lettura drammatica che però si rischiara in un finale totalmente inaspettato. Un libro sul potere dell’amore e degli affetti e su come la via che ci sembra obbligatorio prendere, perché ce lo impongono o perché sembra l’unica praticabile, non sia mai l’unica scelta possibile.

Buona lettura.

Nient’altro che ossa
Brian Panowich
NN Editore, 2024, p. 384, €. 20,00

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SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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