
«Nella vita non ci sono veri inizi né vere fini. Gli eventi fluiscono l’uno nell’altro, e più cerchi di contenerli, più traboccano oltre i bordi, come acqua di fiume che rompe gli argini di un canale artificiale. Di conseguenza tutte le cose che etichettiamo come “inizi” o come “fini” sono spesso indistinguibili. Formano un tutt’uno, sono la stessa cosa».
Alex Woods, ama la notte perché può guardare le stelle.
La sua camera è piena di libri di astronomia, adora studiare le leggi dell’universo, l’unico sistema che ha trovato per fuggire alla sua vita disordinata.
Alex è “strano”, non conosce il padre e la madre legge i tarocchi. Vive con quest’ultima in un negozio di candele e incensi.
Dall’età di dieci anni, soffre di attacchi epilettici che controlla solo grazie alla musica classica ed elencando le costellazioni.
A scuola viene spesso preso di mira da un gruppo di bulli. Un giorno mentre scappa da loro, cade e rotola in un giardino.
Al risveglio si trova un fucile puntato addosso, è quello del signor Peterson, un vedovo solo con un grande segreto.
I due fanno amicizia.
Un’amicizia molto “strana”, perché apparentemente non hanno nulla in comune, insieme coltivano stupefacenti e leggono romanzi. Alex parla molto, il Signor Peterson parla poco.
Alla scoperta della malattia del signor Peterson, solo Alex lo potrà salvare…
Un romanzo lento, ma mai noioso, un argomento difficile quello dell’eutanasia, ma trattato in modo delicato.
Buona lettura.
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