“uno sguardo indifferente e lontano, con gesti lenti tira fuori dallo zaino gli occhiali e li pulisce con cura […] Prende un libro, e come se fosse solo, incomincia a leggere. Non lo disturba neanche il suono della campana. Veramente non lo disturba niente e nessuno…”
L’ho letta in un soffio la storia di Federico. O meglio, la storia di Angelo, che cambia casa e incontra Federico, insieme a Mimmo, a Capa Gialla – bullo ripetente, a Giusy – ragazzina in salopette che da grande vuole fare il meccanico, e a tutta la sua classe.
La recensione di Federico il pazzo, Patrizia Rinaldi
Ho una passione antica per Napoli e leggerla tra le pagine di questo libro, con il suo dialetto (o meglio la sua lingua), i profumi e i rumori su per le scale, la “presenza” dei vicini di casa, a volte ostile a volte fondamentale, mi ha dato una bella bellissima sensazione.
Il tema di questo libro però non è certo questa città magnifica. Sono le persone. Che a Napoli sono come in tutto il resto del mondo: ci sono le persone gentili, ci sono quelle che lo sono un po’ meno, ci sono i bulli.
E Angelo ne incontra un gruppo piuttosto pericoloso…
«Buongiorno. Perché entri in classe solo Ora? E, soprattutto, perché entri cercando di rompere la Porta?»
Nessuna risposta, Capa Gialla si dirige verso i ragazzi grandi […] Li saluta sbattendo palme e abbracci
Ma Angelo – che ha un “dono” incredibile e prezioso, quello di poter “galleggiare” fuori dal suo corpo quando si trova in situazioni difficili e osservare tutto da un’altra prospettiva (lo ha imparato a nove mesi, quando è stato in coma per una caduta) – incontra anche persone che si prendono carico di lui, che lo aiutano e lo guidano in un ambiente a lui ancora troppo estraneo. Mimmo e Giusy, in modo particolare.
La mia opinione su Federico il pazzo, Patrizia Rinaldi
Ed è Amicizia. Ed è il crearsi di un legame forte, che arriva a battere ogni traccia di bullismo possibile. Certo, non sarà sempre facile star lontani da certi elementi, ma con la forza del gruppo sarà certamente tutto più semplice.
“Tra di voi ci sarà anche chi è d’accordo con Capa Gialla, e va beh, non fa niente. Ma ognuno sta dicendo quello che pensa, come gli pare. Se le botte che ho preso sono servite anche a questo, allora il dolore e la paura mia e di tutti sono stati un guaio, ma anche una cosa buona… Io non parlo come voi, ma se ci pensiamo bene, in fondo nessuno parla come gli altri, però ci possiamo capire lo stesso.”
Ma cosa c’entra Federico il pazzo? Beh, quello di Federico (che in realtà si chiama Francesco e abita con la nonna sullo stesso pianerottolo di Angelo, al 14° piano di un casermone di periferia) è solo uno dei modi possibili di estraniarsi da un mondo in cui non ci si sente a proprio agio: per sfuggire ad una realtà degradata in cui non accetta di vivere, Francesco imita in tutto e per tutto il suo personaggio storico preferito, Federico II di Svevia (che scoprirà però avere anche lui – come tutti noi – qualche difetto…)
Un po’ come quando Angelo si stacca dal suo corpo e vola lì sopra, cercando di osservare tutto con occhi diversi…
Cosa trovare e cosa cercare in questo libro di Patrizia Rinaldi, una scrittrice che ci piace un sacco? Amicizia in primo luogo, Solidarietà, Annullamento delle differenze, Integrazione.
Alla fine siamo tutti diversi ma questo non vuol dire che non siamo tutti giusti, ognuno a modo suo 🙂
Motivi in più per apprezzare Federico il pazzo:
- la stampa del testo con la font leggimi, una font open-type dedicata a chi ha difficoltà di lettura
- le illustrazioni potenti di Federico Appel, già incontrato in Pesi Massimi
- uno dei momenti e dei discorsi che ogni genitore sogna di sentirsi dire dai propri figli, un giorno o l’altro:
“Tu sei così, lo so, se c’è un fiore in mezzo al niente, vedi solo il fiore. Perciò non sono riuscito a spiegarti quello che provavo: mi stavi antipatica, perché è difficile raccontare le paure a chi intanto ti sta lucidando il futuro. E poi, quando si presenta qualcosa di brutto, non sempre voglio essere quello che fa il noioso, quello con gli occhiali neri che guardano nero. Ma non voglio che tu sia diversa: da qualche parte deve pur esserci tutta questa speranza che vedi”.
Fiducia nei bambini che stanno crescendo, fiducia e un grande grande amore. Ecco cosa dobbiamo avere, noi “grandi”!
Premio Pippi Inedito e premio Leggimi Forte 2014/2015
Età di lettura: dai 10 anni
Federico il pazzo
Patrizia Rinaldi
Sinnos, 2014, pag. 112, € 12,00