I quaderni del pianto, Marcela Serrano

Quando si contano le fortune, diceva la mia mamma laggiù in campagna, guai se superano la capienza di un cestino. Se sono troppe, vanno perdute. E io ci pensavo durante le quattro notti che avevo trascorso in ospedale con la mia bambina, sapevo di esserne talmente piena da non doverle contare. Avevo così tante benedizioni, allora. Mia figlia, mio marito, la mia giovinezza, la mia istruzione. I ricordi della campagna, la salute. Ma quando iniziarono le notti nella casa del paese, con il marito e senza di lei, avendo già conosciuto il suo tepore notturno, il cestino comincio a svuotarsi. Piano piano. Dolcemente.

Ho letto questo libro dodici anni fa, quando avevo appena partorito mia figlia, forse per caso o forse no, è stato molto doloroso leggere di una madre che perde la propria bimba.

La  recensione di I quaderni del pianto, Marcela Serrano

Una donna partorisce una bambina in ospedale, ma dopo pochi giorni le dicono che la bimba è morta senza nemmeno farle vedere il corpo, la donna, poco più che una ragazza torna in campagna dai genitori per cercare di riprendersi dal dolore, ma sente dentro di se che la sua bimba non è morta.
Torna a vivere con il marito in paese in modo da poter essere vicina all’ospedale e poter indagare su cosa succeda veramente, nei suoi appostamenti davanti all’ospedale conosce una donna, un avvocato che la supporta.
Le due donne raccolgono le storie di altre donne convinte che i loro bambini siano stati rapiti e cominciano a indagare e trovare prove, fondano un associazione che inizia a far scalpore nel paese.
La donna diventa famosa e inizia a fare una vita nuova, durante una conferenza vede una bimba in braccio alla moglie dell’ambasciatore e riconosce sua figlia, tenta di rapirla e finisce in un ospedale psichiatrico.

La mia opinione su I quaderni del pianto, Marcela Serrano

Quando ho letto la prima volta il romanzo della Serrano ero concentrata sulla perdita e ho pianto tanto, durante questa rilettura son riuscita a cogliere altre sfumature, la rinascita della protagonista attraverso la condivisione e la lotta, la nuova consapevolezza che le viene dalla condivisione e dallo studio. Inoltre ho ritrovato alcuni dei temi tipici degli autori sudamericani che ho tanto amato.

Una delle cose che mi meravigliano e mi feriscono di più in questo continente, mi disse Olivia un giorno accendendosi una sigaretta con quell’ espressione che le si disegnava sul volto quando parlava di argomenti seri, è che da sempre sparisce tutto. Le cose e le persone. Pensa alla bella trovata delle dittature militari, con i prigionieri politici desaparecidos, spariti.

Libri che citano libri

A proposito di autori sudamericani, vi ricorda qualcosa questa citazione?

Arrivò una sera a cena. Aveva in mano un libro. Si sedette a uno dei miei tavoli. Lesse per tutta l’ora della cena.
Mi portò un libro di racconti. Poi un altro e un altro ancora. Diluvi eterni, generali falliti, case occupate, delitti nella foresta.

I quaderni del pianto

Marcela Serrano
Feltrinelli, 2009, p. 125, €. 7,50

Elisa
over quaranta, mamma, geometra e creativa con una fresca passione per il web e una vecchia passione per i libri in tutte le forme sia cartacea che digitale

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