La briscola in cinque, Marco Malvaldi

L’importante però è che ci sia la brezzettina.
Quel filino di vento della giusta intensità, che solleva lievemente la camicia dalla pelle, ti conta dolcemente le vertebre e ti rinfresca i vani tra le dita dei piedi a cui la ciabatta infradito di plastica ha dato finora ben poco sollievo, ma talmente delicato da non scompigliarti il riporto.
L’aroma iodato della brezza marina ti dischiude le narici, ti convince a respirare e quando l’eroe che ha fatto le veci del cameriere ritorna, con la roba da bere e le carte, l’umore è tornato sereno e il pomeriggio, rispetto a prima si è accorciato un bel po’.
Queste cose sono piacevoli a vent’anni, a ottanta sono il sale della vita

Succede che ora ci ho preso proprio gusto, al giallo-commedia: un po’ ironico, un po’ Cabot Cove, un pochino anche Camilleri e Montalbano.
Qui però ci sono quattro nonnini a far da protagonisti. Quattro nonnini e un barista. In un paesino sulla costa tirrenica che mi sa tanto di quelli veri e del caffettino al vetro, magari corretto, e del ponce, e della sabbia nelle infradito e della calura estiva. E della briscola in cinque che ho in mente di imparare a giocare.
Un sospiro di soddisfazione!

La recensione di La briscola in cinque, Marco Malvaldi

Lo sai qual è il ganzo? Il ganzo di tutta la faccenda, caro Massimo, è che il paese ne sa già di più di quello che ne sail commissario.

Primo romanzo della serie I delitti del BarLume. Un giallo, il mistero della ragazza trovata morta nel cassonetto. A indagare, nella noia dei caldi pomeriggi estivi passati al bar, quattro vecchietti arzilli con l’accento pisano, che mescolano caffè e vernacolo da bar, curiosità e acciacchi.

La vita di paese si svolge al BarLume, è risaputo, soprattutto per quelli di una certa età. Nonno Ampelio, Aldo dell’osteria, il Rimediotti pensionato delle Poste e il Del Tacca del Comune – con i loro pettegolezzi, le congetture e i ragionamenti – aiutano Massimo il barista a risolvere il delitto e noi a passare qualche ora serena e piacevole.

Il mio parere su La briscola in cinque, Marco Malvaldi

L’importante, quando si spettegola, è mantenere l’impianto formale. Il divulgatore deve richiedere la massima segretezza, e gli astanti accordargliela; dopo, è chiaro che faranno galoppare la notizia ovunque riescano. È solo questione di tempo. Se uno dice “tenetela per voi il più possibile” non intende “ditela a meno persone possibile”, ma “resistete un minimo di tempo prima di esplodere, così le tracce che portano a me saranno più difficili da seguire”

Uno dei miei ricordi preferiti dell’infanzia è la domenica dopo la messa, quando con mio padre la tappa d’obbligo erano 10 minuti al bar di paese, il bar di Ivano, per salutare gli amici: in una stanza sei tavolini, quattro giocatori a ogni tavolo. Io stavo fuori dalla stanza, per carità, ma il fumo e le chiacchiere e le voci alte e la parlata toscana arrivavano bene fino al bancone, dove io e la figlia del barista giocavamo a Barbie…

Ho sentito profumo di casa in questo racconto, di un giallo semplice a far da sfondo a storie di vita quotidiana, di persone e situazioni vere. Ne rendo merito a Marco Malvaldi, che dopo Argento vivo mi ero ripromessa di tornare a leggere. Piacevole. Molto piacevole.

Dal libro alla serie TV: i delitti del BarLume

I Delitti del BarLume è diventata una serie televisiva nel 2012, tornata a gennaio 2020  su Sky TV con due nuovi episodi.
A interpretare i frequentatori del BarLume gli attori Lucia Mascino, Filippo Timi, Enrica Guidi, Massimo Paganelli, Atos Davini, Corrado Guzzanti, Alessandro Benvenuti (a sostituire idealmente Carlo Monni, scomparso proprio mentre lavorava agli episodi precedenti).
Il regista è Rohan Johnson, padre inglese, madre materana, cresciuto a Pisa.

Una serie da vedere, per capire se riuscirà a conquistarmi quanto ha fatto Luca Zingaretti con il mio amato Commissario Montalbano… 😉

Il consiglio di Francesca, che ha già visto tutta la serie

Ho iniziato a vedere la serie del BarLume per curiosità e da allora l’ho amata.
Ad oggi sono state trasmesse sette serie formate ciascuna da due episodi autoconclusivi.
Perché guardare il BarLume?
Beh, innanzitutto è divertentissimo.
Il Viviani, interpretato da Filippo Timi, è il barista più scontroso e burbero che ti possa capitare.
Uno che se gli ordini il caffè nel modo sbagliato non solo non te lo serve ma ti caccia dal bar. E guai a volere uno spritzino in bottiglia!
Eppure il Viviani ha un dono e cioè di non farsi mai gli affari propri e di saper sempre trovare il colpevole.
Eh sì, perché a Pineta c’è una excalation di delitti d’estate che nemmeno a Cabot Cove!
Ma allora se alla fine è sempre la solita serie investigativa cosa rende il BarLume così speciale?
Innanzitutto la lingua, la parlata toscana, le parolacce, i modi di dire.
E poi l’aria di mare, il paesino turistico, il Viviani e il suo rapporto caotico con le donne, la polizia di Pineta che se non ci fosse il commissario Fusco non ne azzecherebbe una e poi la meravigliosa colonna sonora cantata da Simona Molinari.

Non voglio anticiparvi o spoilerare, come va di moda dire adesso, tutta la vicenda ma vi dico solo che se non avete mai visto il BarLume vi conviene recuperare perché la vicenda non vi annoierà mai.
Ci saranno omicidi, viaggi, nascite, litigi furibondi e tante, tante risate.
Insomma vi divertirete tantissimo. E poi Filippo Timi è un qualcosa di inarrivabile, meraviglioso, fantastico, insomma lo adoro. Inoltre ai tanti attori, nel corso delle stagioni si aggiungeranno anche Corrado Guzzanti e Stefano Fresi.
Quindi?
Vi ho convinto almeno un po’? Lo spero.
Buona visione.

La briscola in cinque
Marco Malvaldi
Sellerio, 2007, p. 163, €. 12,00

Photo: tg24.sky.it

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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