Dovessi ritrovarmi in una selva oscura, Roan Johnson

Perché la normalità è un’invenzione di chi è privo di fantasia, ecco cosa è. E ci sono idee spaventose che brillano nel cranio del matto, il coraggio di lasciare il suo destino al caos, di accettare il mistero delle nostre vite con innocenza. Idee che voi non capite.

Sono partita con l’idea di ritrovarmi in un ambiente sullo stile della serie tv diretta dal regista Roan Johnson sulla base dei romanzi di Marco Malvaldi: una allegra compagnia amichevole, scanzonata come spesso i toscani sanno essere, un delitto e un colpevole da scoprire. Qualche avventura e molte battute.

In realtà Dovessi ritrovarmi in una selva oscura è tutt’altro.
Ma il delitto c’è anche qui.
E c’è la paura, soprattutto quella della morte.

La recensione di Dovessi ritrovarmi in una selva oscura, Roan Johnson

In quell’istante stavo pensando alla forza di gravità e a quello che avevo letto sul sito del “Guardian”, e cioè che la gravità è una forza così debole da creare problemi perfino ai fisici.
La mattina vai a fare colazione e quando sollevi il bicchiere di caffelatte il tuo bicipite fa a braccio di ferro contro un pianeta intero con milioni di quintali di minerali e roccia eccetera, e senza fare grande sforzo, lo vince.

L’aspettativa di vita per un uomo in Italia è di circa settantasei anni. Che diviso due fa trentaotto.
E al protagonista di questa storia, a quell’età, non sembra mancare nulla: ha una fidanzata che ama, un lavoro creativo, un interessante passato alle spalle. Ma il giorno del suo trentottesimo compleanno, simbolicamente proprio “nel mezzo del cammin di nostra vita”, mentre fa l’amore con la sua ragazza, “all’apice del piacere, una frazione di secondo a ridosso dell’orgasmo”, viene colto dalla prima “terribilità”: un dolore fitto e appuntito dietro la nuca, come un ferro incandescente che gli buca la testa.

Un’ansia che comincia a crescere sempre di più, che mette il protagonista di fronte a buchi neri da ricostruire. Una depressione da riconoscere e affrontare.

Il mio parere su Dovessi ritrovarmi in una selva oscura, Roan Johnson

Ti puoi essere buttato nella famiglia, nel tuo lavoro, nello sport, nel cruciverba, nei videogiochi – per cento ore sei stato a giocare a GTA, a fare shopping, a guardare le partite di calcio, a trombare, – ma a un certo punto arriverà: è uno strano mal di testa, un’analisi andata male. Tu hai fatto tutto quello per allontanare il momento in cui busserà alla tua porta e ti dirà: sono arrivata. E come si batte quella paura lì, quell’immensa inculata della morte?

Sarà che stiamo vivendo un periodo come ormai dicono tutti “sospeso”, ma c’è una gran voglia di introspezione in me. Sento domande esistenziali che mi cercano da ogni immagine che scorgo alla tv, da ogni cinguettio che ascolto fuori dalla finestra, da ogni impasto per la pizza che vado a stendere (ammettetelo, piace anche a voi affondare le dita in quella morbidezza, vero? è rilassante e aiuta a meditare, sì…)
Roan Johnson, sceneggiatore e regista pisano (nato a Londra da padre inglese e madre italiana di Matera) giovane e promettente con diversi lavori e premi all’attivo, mette a nudo se stesso raccontando le sue esperienze più intime, gli accadimenti e le terribilità che gli sono capitate in quel mezzo del cammin di nostra vita.

Dovessi ritrovarmi in una selva oscura è questo: tante, tante domande, tante riflessioni, che guarda caso, anche il nostro eroe inizia a farsi in un momento critico, in una fase di passaggio. Quel mezzo del cammin di nostra vita che ci mette di fronte ad una domanda fondamentale: passata la metà, quanto tempo ancora ci resta? Cosa ci aspetta? Cosa siamo stati capaci di ottenere finora?
Domande e risposte che il protagonista cerca insieme a noi, tornando sui suoi passi, ricostruendo alcuni passaggi (e che passaggi!) della sua vita, il bello, il brutto, lo smatto che lo hanno reso quello che è oggi.

Profondo.
Divertente.
Un buon libro che ci aiuta a guardarci dentro, che ci stimola ad affrontare le ansie che noi tutti abbiamo, che dobbiamo finalmente affrontare per crescere e diventare adulti migliori. Con tanta ironia.

E l’ironia è tutta qui: a vent’anni avevo paura di vivere, adesso mi è venuta paura di morire

Vi auguro una buona lettura e, se avete qualche consiglio sul genere da darci, noi siamo qui, ad aspettarvi! 😉

Dovessi ritrovarmi in una selva oscura 
Roan Johnson
Mondadori, 2017, p. 239, €. 18,50

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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