
Bernardette Fox è fuggita.
Irrazionalità e ansia mi prosciugano la riserva d’energia come se fossi una macchinina a molla che gira a vuoto bloccata in un angolo. E’ l’energia che mi servirebbe per andare avanti il giorno dopo, ma io resto a letto e la guardo esaurirsi e con lei ogni speranza di una giornata produttiva.
Bernardette viveva con la famiglia , il marito Elgie e la figlia Bee, a Seattle in una casa parecchio “sgarruppata” e in uno strano rapporto con i suoi concittadini in particolare con le madri dei compagni di sua figlia che lei soprannomina”le moscerine” per la loro fastidiosa presenza.
Ma cosa si nascondeva dietro gli occhiali scuri e l’apparente asocialità di Bernardette? Lo scopriremo attraverso la ricostruzione fatta da Bee, composta da mail , messaggi e corrispondenza con la scuola privata frequentata da Bee.
Perchè Bernardette non era solo la mamma aparentemente distratta che passa sul piede di una delle moscerine e che si fa prendere dall’ansia all’idea di andare in Antartide al punto di scappare, prima di essere tutto questo era un famoso architetto, vincitrice di un prestigioso premio con tanti sogni e idee da realizzare.
Siamo rimasti zitti per un po’ e alla fine ho parlato io. “La cosa che preferisco dell’Antartide è guardarla, credo”.
Sai perchè? Quando gli occhi si concentrano sull’orizzonte per un periodo prolungato, il cervello rilascia endorfine. E’ come provare l’euforia del corridore. Specie di questi tempi, in cui passiamo la vita a fissare schermi da dodici pollici. E’ un cambiamento piacevole.”
A questo punto mi direte, e la leggerezza dove la troviamo? Bernardette nonostante le sue ansie è terribilmente ironica, mette a nudo le incongruenze e le piccolezze di chi la circonda con sarcasmo chirurgico e ci fa riflettere sulla vita sui sogni e su una fuga che puo essere una rinascita.
Dove vai Bernadette?
Maria Semple
Rizzoli, 2014, p. 382, €. 15,73
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Lo so, questa è una chiamata per me. Lo so, devo leggerlo, lo so. 🙂
assolutamente va letto 🙂