Nella mia vita non mancano drammi, ne ho viste di tutti i colori e ho materiale in abbondanza per scrivere, eppure, quando arriva il 7 gennaio, sono comunque in ansia. Stanotte non ho potuto dormire, si è abbattuta su di noi una tempesta, il vento ruggiva tra le querce e colpiva le finestre di casa, apogeo del diluvio biblico delle ultime settimane. Alcuni quartieri della contea sono stati inondati, i pompieri non sono riusciti a far fronte a un disastro di tali proporzioni, la gente si è riversata in strada, con l’acqua alla vita, per mettere in salvo dalla marea ciò che poteva. I mobili fluttuavano per i viali principali e alcuni animali domestici, spaventati, attendevano i padroni sui tetti delle macchine semisommerse, mentre i reporter catturavano dagli elicotteri le immagini di questo inverno in California, che sembra l’uragano in Louisiana.
Questo penultimo libro della Allende è ben recensito nel suo titolo: una raccolta di aneddoti e di momenti famigliari, la somma dei giorni che si sono susseguiti dalla morte della figlia Paula.
Vengono presentati i numerosi componenti della famiglia allargata e gli amici più intimi che ruotano intorno a questa micro società, che Isabel tenta di riunire e di tenere incollata attraverso le tante vicende della vita. C’è suo figlio, il suo nuovo compagno, i nipoti,i genitori, le amiche care, ci sono anche i personaggi secondari che incontra nei suoi viaggi, personaggi che sebbene solo tratteggiati a me sono piaciuti più di tutti.
Quello che mi è sembrato durante a lettura è che non ci fosse unità tra i vari capitoli, che i tanti racconti fossero spesso una forzatura (anche la stessa autrice affronta diverse volte la crisi della mancanza di ispirazione…) per mettere insieme un libro obbligatorio. Manca la spiritualità che mi è tanto cara in questa scrittrice, la magia di alcuni altri libri, manca lo spessore dei suoi personaggi in bilico tra realtà e immaginazione.
Interessanti mi sono sembrate le parti che riguardano l’ispirazione e le motivazioni che le hanno fatto scrivere altri suoi testi, alcune genesi, certi aspetti della scrittrice e di come compone le sue opere.
La parte finale, è più intima, gli ultimi capitoli sono quelli che ho apprezzato maggiormente; il raccontarsi in modo dolce e un pò melanconico, la voglia di normalità e di amore, in contrasto con le pagine precedenti spesso ricche di atteggiamenti sopra le righe e obblighi morali sbandierati e perseguiti con tenacia. Le ultime pagine riportano il libro ad una dimensione più comprensibile e più vicina alle donne di tutti i giorni, per questo più accettabile.
Buona lettura e a rileggerci.
La somma dei giorni
Isabel Allende
Feltrinelli, 2008, 315 pag.
Per maggiori informazioni, consulta la monografia di Isabel Allende
A me era piaciuto , ma devo ammettere che sono Isabel-dipendente e quando l’ho letto era da un po che mi mancava 🙂
Io ce l’ho in wishlist (ma va?)…sto cercando di intervallare libri da paura a tutti gli altri….
Aggiunto nella wish list (tanto per cambiare…)
A me non ispira molto.
Angela ma hai letto altro della Allende ?
Io Isabel la adoro, con tutti i suoi vizi e le sue virtù. E questo libro sta sul comodino in attesa del suo turno… ;-))
Anche io Pole ho un debole x la Isabel … gli unici non letti sono la serie “per bambini” 🙂
Questa è la recensione che ho scritto per il concorso Elle di giurata al gran premio delle lettrici, penso sia scritta bene perchè sono stata selezionata 😀 amo la Allendeeeeeeeee
Isabel, nel bene e nel male, ci conquista sempre.
Anche stavolta, mentre si trascina dietro un dolore lacerante, che affievolisce nel tempo ma che non si placa mai del tutto, quello della perdita dell’amata figlia Paula, lei si lascia andare alla memoria dei tempi trascorsi, quelli felici perché animati dalla tiepida presenza di lei, l’anima quieta della famiglia rispetto alla turbolenta e iperattiva madre, eppure sempre ricchi di frenèsia, di avvenimenti che a volte poco hanno a che vedere col mondo terreno, nei ricordi dell’anziana nonna, che per noi lettori affezionati ha il volto di Clara, la figura eterea del suo primo e celebre romanzo “La casa degli spiriti”, a volte si perdono nei viaggi avventurosi assieme all’amica di sempre Tabra, spalla sicura su cui fare riferimento assieme al fedele marito Willie.
Isabel , mai come in questo romanzo, cerca nelle persone accanto a sé quella famiglia che la morte di Paula ha così ferocemente e improvvisamente disgregato, e lo fa nella maniera più congeniale possibile, rivestendo per sé il ruolo di matrona che è materna e indipendente al tempo stesso, riunendo sotto lo stesso tetto figliastri e nipoti che di sangue non hanno una goccia uguale al suo, ma la cui unione ramificata dalle esperienze vissute assieme ha fatto da collante più di qualsiasi appartenenza genetica: è grazie a loro e alla sottile autoironia che da sempre la contraddistingue, che Isabel ripercorre le tappe della sua esistenza, il cui filo conduttore passa inevitabilmente attraverso la storia della sua terra, il Cile, martoriata dalla dittatura di Pinochet, alla quale ella non si sottrae mai facendone la colonna portante dei suoi romanzi, assieme alle eroine battagliere e alle indie dalle virtù medianiche, grazie alle quali anche la repressione non riesce a calpestarne la dignità ed il coraggio, in una profusione di aromi e di colori tipici della tradizione sudamericana.
Di quei libri che non hanno la presunzione di sorprendere, ma che ti catturano per la disarmante semplicità di una donna che ama, che soffre, che spera, che ricorda, ma che continua a vivere.
Grazie Sabrina 🙂
Sabrina è una recensione bellissima!
concordo molto bella , per ringarziare mi son dimenticata di apprezzare 🙂
troppo buona silbietta 🙂 🙂 🙂
No….sono obiettiva, è diverso! 🙂
La recensione di Sabrina è bella. Non mi è sembrato carino postarla sotto la recensione di un’altra persona sullo spazio che dovrebbe essere riservato ai commenti su quella di Lucia.
Credo che Lucia_b si sia impegnata molto. E apprezzo il fatto che lasci intravedere i lati negativi del libro che ha proposto.
Concordo con te, la Allende degli ultimi romanzi spesso manca di qualcosa.
Per quanto riguarda la recensione postata nei commenti è una cosa che, invece secondo me non danneggia la recensione di lucia.
Anzi, sono dell’idea che i commenti possano servire in qualche modo da ulteriore recensione, proprio perchè ciascuno di noi vede e sente il libro in maniera differente…e di certo avere tutti i pensieri e, perchè no?, le recensioni su uno stesso post, può aiutare chi cerca info su quel libro ad avere una visione più completa dei pro e dei contro….sbaglio?
Concordo con Silbietta , il parere di Sabrina arricchisce ulteriormente la recensione di Lucia 🙂
Gazie per la sensibilità di Vilenia, e per gli altri commenti delle colleghe! Partendo dal presupposto che questo è un blog “collettivo” mi sembra molto bello che si aggiungano impressioni e pareri su di un libro che si è letto: se poi diventa una ulteriore recensione a quel libro, ben venga! Mi piace pensare che questo sito sia anche un angolo in cui ritrovarci come ad un circolo di lettura, e siccome la mia recensione è di sicuro limitata, credo sia interessante integrarla con altre. Tra l’altro il pezzo di Sabrina è stato anche valutato da una giuria!!! 🙂
scusatemi, non pensavo di fare qualcosa di male, nè di mettere in ombra la recensione di lucia semplicemente perchè non c’è nulla da mettere in ombra! nel senso che sono cose scritte da noi e tali rimangono, se l’ho scritta dopo tra i commenti è semplicemente perchè volevo condividere il mio pensiero su questo libro, e mi sembrava quindi peggiore scrivere un nuovo articolo sullo stesso romanzo…mi scuso quindi con Lucia, l’ho fatto in buona fede 🙂
Tranquilla Sabrina….anche perchè, se avessi scritto un’altra recensione probabilmente sarebbe stata pubblicata tra tanto tanto tanto tempo, no?
Confermo se ci mandavi una recensione , avremmo dovuto distanziarla un po invece così ne abbiamo parlato un po insieme … è tutto a posto 🙂
olè 😀