Il mare non sa niente del passato. Sta lì, non ci chiederà mai di spiegargli nulla. Le stelle, la luna, stanno lì, e continuano a illuminarci, brillano per noi. Che cosa vuoi che importi, a loro, quello che è successo? Ci fanno compagnia e ne sono felici.
Spagna. Anno del Signore 1568.
Nell’Alpujerra, i coloni Musulmani preparano la rivolta contro gli oppressori Cristiani che hanno tolto loro tutto, le terre, la libertà di professare la loro religione, il diritto all’uguaglianza. Costretti al battesimo coatto devono rinunciare persino al loro nome arabo, cancellando così la loro identità di moriscos , per sceglierne uno cristiano.
Fra i musulmani in rivolta, Hernando il mulattiere detto “il nazareno” è una mosca bianca. Figlio di una morisca violentata da un prete cristiano, cresce a cavallo fra le due culture, osteggiato dall’una e dall’altra, odiato dal patrigno perché figlio della vergogna, istruito dalla chiesa per essere un perfetto “cristiano nuovo” e protetto dall’ala del suo mentore Hamid affinché possa tramandare la parola del Corano.
Hernando è il perno di tutto il romanzo, egli possiede una volontà di ferro che lo accompagna lungo un percorso arduo, una continua altalena fra le due culture, fra la rovina e la ricchezza, fra l’immenso amore, continuamente perso e ritrovato, per la bella morisca Fatima e la passione per la cristiana Isabel .
Sorretto da una profonda fede e da una grande onestà e fiducia, Hernando vive nelle 900 pagine di questo romanzo in un modo così intenso e sincero da non suscitare dubbi. Siamo con lui, lottiamo al suo fianco, amiamo, piangiamo, preghiamo affinché l’unione fra cristiani e musulmani si avveri mentre una frase riecheggia nelle nostre orecchie “La morte è una lunga attesa”…
Con l’abilità di uno storico, nonostante nella vita sia un avvocato a tempo pieno, Ildefonso Falcones è riuscito a scrivere uno straordinario racconto epico che ha le sue radici nella storia della Spagna, riportando in vita, accanto a protagonisti immaginari, coloro che hanno contribuito a cambiare il destino di un paese. E come Filippo II perseguitò i moriscos, così Al Mansur fece sterminare i cristiani, le colpe stanno da entrambi i lati.
Una lotta cruenta e senza esclusione di colpi che mai come oggi risulta essere così attuale. E nonostante il sangue e le orribili barbarie compiute nel nome di un solo Dio, una collanina con la Hamsa, la mano di Fatima che allontana il male, brilla di luce e di speranza anche nel buio di un nascondiglio.
LA MANO DI FATIMA
Ildefonso Falcones
Longanesi Editore, Anno 2010, pag. 911
Già mi attraeva dal titolo, dalla trama…da quando me l’hai regalato lo guardo con desiderio….come trovo un periodo di calma me lo gusterò pagina dopo pagina…
già è un bel mattoncino ma penso ne valga la pena,attendo un pò di calma anche io per cominciare a leggerlo!!!
Io sono arrivata a metà e l’ho mollato (per ora) proprio non ce la faccio.
Sarò in controtendenza ma mi è sembrato parecchio noioso..
Noioso? non volevo che finisse mai…. e subito dopo ho acquistato la Cattedrale del mare, sempre di Falcones, letto anche quello in un baleno!
La storia, se raccontata con passione e romanzata, non è mai noiosa. 🙂
Ma infatti non è una questione di racconto storico. Tipo i pilastri della terra è un libro che ho adorato. Ma questo proprio non mi incuriosiva per nulla!
Avevo cominciato a leggerlo qualche settimana fa ma l’ho momentaneamente interrotto… anche io l’ho trovato inizialmente noioso. Ma magari non ero io molto ben predisposta. In compenso “La cattedrale del mare” l’ho trovato letteralmente stupendo 🙂