La mossa del vescovo, Wodehouse Pelham G.

Per chi non lo conoscesse, P.G. Wodehouse è un autore inglese davvero prolifico, creatore di Jeeves e Wooster (il primo un maggiordomo geniale, il secondo uno smidollato baronetto inglese). Nella sua lunga carriera ha scritto decine di libri composti per lo più da racconti che guidano in un’Inghilterra immaginaria e fantastica in cui il tempo sembra essere fermo ed immobile.

I protagonisti sono sempre simili se non proprio uguali: ricchi indolenti, maggiordomi eccellenti, donne volitive e uomini smidollati. In questo ambiente che forse non è mai esistito, il lieto fine è sempre dietro l’angolo, anche se impensabile. Come un meccanismo ad orologeria, tutto finisce e si completa nell’ultima pagina. Ma quello in cui Wodehouse è realmente geniale è l’utilizzo dello strumento dell’ironia. Nessuno come lui, né prima né dopo ha saputo celare così bene la critica dei suoi tempi e della sua società. Dietro al Vescovo grasso e sottomesso, dietro alla zia arpia, dietro ai ragazzotti eternamente senza lavoro, dietro agli spiantati e ricchi di ogni tipo, si cela la nostra società, anche quella contemporanea. Perché in realtà l’autore descrive i vizi senza età e senza tempo dell’animo umano.

E così se oggi non indossiamo più la bombetta o le ghette, se il sogno non è più quello di diventare un simpatico e grassoccio curato di campagna, ugualmente la penna di Wodehouse ci ricorda i nostri terribili difetti e le nostre mancanze. Che da secoli sono le stesse. E lo fa con una penna comica, con un approccio fantastico che fanno letteralmente divorare ogni suo libro.

LA MOSSA DEL VESCOVO
Wodehouse Pelham G.
Guanda, 2009, 206 pag., € 15,00

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